Covid nei bambini, quali sono i sintomi cui prestare più attenzione
Con la ripresa della scuola e la campagna vaccinale anti covid in atto, si è assistito a un aumento dei contagi tra i bambini più piccoli anche perché sono quelli che non posso vaccinarsi, ma quali sono i sintomi covid tra i bambini? A questa domanda hanno cercato di rispondere dall’Associazione culturale pediatri attraverso uno studio osservazionale, appena pubblicato sulla rivista scientifica Quaderni Acp, a cui hanno partecipato 34 pediatri di famiglia che hanno seguito 1.947 bambini sparsi tra le varie regioni interessate dalla ricerca. La risposta immediata è che i sintomi Covid nei bambini sono gli stessi degli adulti ma variano come intensità e prevalenza in base all'età e sopratutto in generale sono meno gravi.
I sintomi covid nei bimbi
Nel dettaglio, lo studio ha individuato che uno dei sintomi tipici della covid-9 come la tosse sia in realtà meno diffuso tra i piccoli mentre sotto i tre anni quello più comune è il raffreddore a cui dai 4 anni in su si affianca spesso il mal di testa. Sono questi due dunque campanelli di allarme per far scattare i controlli. Tra gli altri sintomi covid, comuni tra gli adulti, anche la febbre alta si è rivelata meno diffusa tra i bambini. In generale dallo studio emerge la conferma di una buona notizia e cioè che tra i bimbi la covid provoca casi meno gravi e conseguenze decisamente più ridotte rispetto agli adulti anche se ovviamente non mancano casi più seri. La prova di tutto questo è il basso numero di ricoveri covid e una mortalità bassissima tra i bimbi.
Il contagio dei bimbi avviene più frequentemente in ambito familiare
I dati dello studio indicano nel dettaglio una incidenza complessiva dei casi di malattia nella popolazione di minori seguita pari a 3,8 casi di coronavirus ogni mille bambini. Una incidenza del contagio che però stranamente vede una grossa variabilità tra una regione e l’altra. "Queste differenze sono verosimilmente legate alla diversa gestione della malattia nelle varie regioni, con conseguente diversa possibilità di confermare la diagnosi nei casi sospetti”, ha spiegato Giacomo Toffol, pediatra Acp e coordinatore dello studio. I pediatri infine confermano anche quanto sottolineato dalle diverse Asl finora sulla scuola e cioè che il contagio avviene più frequentemente in ambito familiare anziché in classe.