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Covid 19

Covid, gli esperti: per 9 milioni di bambini e ragazzi stress da pandemia, +82% di tentati suicidi

Rispetto al periodo antecedente alla pandemia tra bambini e adolescenti sono aumentati i tentativi di suicidio dell’82% e l’ideazione suicidaria sino al 200%.
A cura di Davide Falcioni
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Nove milioni di bambini e adolescenti italiani durante la pandemia hanno sperimentato cambiamenti importanti nei propri ambienti di vita, nelle abitudini quotidiane e nelle reti relazionali, educative e sociali che normalmente favoriscono la promozione della salute e la resilienza agli eventi traumatici. A dimostrarlo sono i numeri in costante crescita degli accessi al pronto soccorso e ai servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza, sia territoriali che ospedalieri: si parla di un aumento dell’84% rispetto al periodo precedente al Covid, mentre si è notato un calo del 48% di accessi per altri disturbi, prevalentemente a causa della paura dei contagi. Dai primi mesi del 2020, inoltre, le quotidiane richieste di visite urgenti per psicopatologia grave si sono quintuplicate. Uno studio ancora in corso riporta oltre tremila accessi al pronto soccorso per motivi psichiatrici nel 2021, rispetto a 2191 nel 2019, di cui 839 per autolesionismo e ideazione/comportamento suicidario, con un aumento dei tentativi di suicidio dell’82% e dell’ideazione suicidaria sino al 200%.

Il disagio mentale infantile e in età evolutiva – tuttavia – non è una novità assoluta e aveva una portata importante anche prima del Covid – il 14-20% dei bambini e adolescenti soffre di uno o più disturbi psichici. Occorre quindi un "atto di forza" per salvare la salute mentale dei giovani adolescenti, adulti di domani, perché gli strumenti di cura esistono, a partire dalle terapie farmacologiche, efficaci se correttamente prescritti e di cui non bisogna avere timore. Sono alcune delle tematiche emerse dal convegno congiunto Sinpia (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) e Sinpf (Società di NeuroPsicoFarmacologia) dal titolo: “Psicofarmacologia clinica in età evolutiva: efficacia, sicurezza e implicazioni nelle successive età della vita” che si è concluso ieri a Cagliari.

Boom nei bambini di antidepressivi o antipsicotici

“La pandemia non solo ha aumentato i casi di disagio psico-emotivo nei giovani ma ha anche raddoppiato gli accessi di pazienti presso centri e ospedali specializzati – spiega Alessandro Zuddas, Vicepresidente SINPIA e professore di Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza all’Università di Cagliari –. In mancanza di un adeguato supporto sociale o sanitario, dall’insegnante ed altri adulti di riferimento extra-familare (es. allenatore sportivo) e dalla drammatica diminuzione dell’interazione diretta con amici e compagni, sono esplosi in manifestazioni serie e con esse anche la prescrizione di farmaci. In relazione a quest’ultimo aspetto sono emerse diverse criticità: ad esempio le scelte prescrittive incongrue, orientate a antidepressivi o antipsicotici efficaci e sicuri negli adulti, molto meno nei bambini e ragazzi. Oggi invece disponiamo anche per i giovani di un importante armamentario terapeutico, di sicura efficacia come dimostrano dati di letteratura. Da qui la necessità di (in)formazione fra la classe medica e la popolazione, genitori e ragazzi".

Se non trattati i disturbi persistono in età adulta

Claudio Mencacci, Co-Presidente Sinpf e direttore emerito di Psichiatria all’Ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano, spiega che "la prevalenza di questi disturbi tende ad aumentare con la crescita del bambino per raggiungere un picco in adolescenza e trascinarsi in età adulta. Si stima però che solamente la metà di questi disturbi vengano appropriatamente diagnosticati e che di questi solo un quinto può venir preso in carico dai servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza. Oltre cha alla carenza di servizi dedicati, ciò è aggravato dal persistere di disinformazione, tabù e stigma sociale e culturale difficili da abbattere, con conseguenze importanti sul bambino/adolescente; la frequente condizione di comorbidità con altri disturbi psichiatrici contribuisce a complicare il quadro clinico e la risposta ai trattamenti".

Insomma, se è vero che con la pandemia sono aumentati i disturbi mentali in bambini e adolescenti, e che non di rado essi sfociano in atti di autolesionismo e tentativi di suicidio, è altrettanto vero che un ruolo importante è quello dei genitori, che non devono esitare nel chiedere aiuto ma rivolgersi a un esperto dedicato all’insorgenza di un iniziale sintomo o in presenza di difficoltà in età evolutiva, per evitare l’evoluzione verso una conclamata patologia.

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