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Cosparsa di benzina e bruciata, accusa l’ex ma in aula lo difende: “Non è stato lui”

La 22enne Ylenia Bonavera difende l’ex, imputato per il suo tentato omicidio, dopo aver detto alle persone accorse ad aiutarla che era stato il ragazzo a bruciarla viva.
A cura di Antonio Palma
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"Non è stato lui a gettarmi benzina addosso e a bruciarmi", così Ylenia Bonavera, la 22enne siciliana data alle fiamme nel gennaio scorso nel suo appartamento a Messina, ha scagionato in aula di fronte ai giudici l'ex ragazzo Alessio Mantineo, il 24enne unico imputato nel processo per la sua aggressione. Interpellata dalla Corte, Bonavera ha difeso il ragazzo negando che sia stato lui a gettarle addosso benzina nella notte tra il 7 e l'8 gennaio scorsi davanti all'uscio di casa. Una versione che contrasta con quanto aveva affermato subito dopo il fatto ma che conferma le sue successive affermazioni rilasciate dall'ospedale dove era ricoverata per le gravi ustioni riportate sul 13% del corpo.

Alla vicina di casa che l'ha soccorsa per prima e ad altre persone accorse sul posto subito dopo l'aggressione, la giovane infatti aveva detto che era stato il ragazzo a bruciarla viva dopo una violenta lite seguita ad una serata insieme in discoteca. Il ragazzo quindi era stato subito fermato dagli agenti della squadra mobile della polizia di Stato con l'accusa di tentato omicidio. Pochi giorni dopo, mentre si riprendeva nel letto dell'ospedale, la ragazza però aveva scagionato il giovane. "Non so chi è stato, ma non è stato lui…”, aveva detto agli inquirenti che però non gli hanno creduto così come il Gip che aveva convalidato il suo fermo giudicando a suo carico "gravi indizi di colpevolezza".

"Fatevi i cavoli vostri, so io cosa è successo e so io ciò che sento e provo", aveva poi ribadito su Facebook la 22enne che era arrivata anche a litigare in diretta con la madre durante una trasmissione televisiva per difendere l'uomo. Quando gli inquirenti le avevano fatto presente che Alessio Mantineo era stato ripreso pochi minuti prima dell'aggressione in una stazione di servizio a pochi chilometri dalla sua abitazione mentre si procurava una bottiglia di plastica da riempire con la benzina, lei aveva ribattuto: "Forse la benzina serviva per il motorino". Anche per questo ora il giudice ha disposto una perizia medico legale per ricostruire l'esatta dinamica di quel che è accaduto quella notte.

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