4.472 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Cosenza, alunna con i jeans strappati, prof li copre con lo scotch: “Vorrei divise a scuola”

Continuano le polemiche dopo la foto dei jeans strappati di una studentessa, successivamente ‘rattoppati’ con dello scotch dalla vicepreside del Liceo ‘Lucrezia della Valle’. Motivo? Troppo audaci per il dress code della scuola. La preside rincara la dose: “Vorrei le divise”
A cura di Biagio Chiariello
4.472 CONDIVISIONI
Immagine

Non si arrende Rosanna Perri, la preside dell'istituto scolastico "Lucrezia della Valle" di Cosenza. L'iniziativa della sua vice, che alcune settimane fa ha coperto con dello scotch i buchi dei jeans strappati di una studentessa, ha suscitato l'indignazione di esperti, politici e studenti, che hanno anche organizzato un "flash mob" davanti all'istituto denunciando il metodo "repressivo" della scuola. Fra i più critici verso l'iniziativa della scuola il sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio per i diritti dei minori.

Il caso del jeans strappato coperto con lo scotch

L’immagine del nastro adesivo era circolata di smartphone in smartphone fra gli alunni sino a giungere ai rappresentanti del Fronte della Gioventù comunista che su Facebook avevano attaccato: "Una studentessa si è presentata in una scuola di Cosenza indossando dei normalissimi jeans strappati e la vicepreside ha deciso di coprire gli strappi dei pantaloni, definendoli “poco decorosi” e “inadeguati al contesto scolastico”, con dei pezzi di scotch ma l’abbigliamento di una ragazza non può essere determinato da un presunto dress code della scuola, che non è riportato in alcun documento legale e che nega il diritto di ogni persona di esprimere se stessa anche con il modo di vestire".

La preside rincara la dose

Al "Quotidiano del Sud" oggi la Perri ribadisce la sua posizione e, anzi, rincara la dose: troppo audaci gli strappi per il dress code della scuola e gli studenti dovrebbero mettere una divisa. "Sì – dichiara – la divisa a scuola non mi dispiacerebbe affatto. Io sono per il bon ton, oltre che della generazione dei grembiuli che trovo estremamente democratici perché azzerano le differenze economiche". Tuttavia, concede, "mi rendo conto che l'idea dell'uniforme tra i banchi debba essere introdotta solo e soltanto qualora partisse spontaneamente dai ragazzi" che, dice, nel suo istituto sono liberi di vestirsi come meglio credono, "ma devono rispettare la regola sul decoro".

4.472 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views