Femminicidio Cinzia Pinna, dalla scomparsa alla confessione di Emanuele Ragnedda: cosa sappiamo

La tragica vicenda di Cinzia Pinna, 33 anni di Castelsardo, si è conclusa nel modo peggiore, diventando un nuovo drammatico capitolo della lunga scia di femminicidi che attraversa l’Italia.
La giovane, scomparsa l’11 settembre scorso in Gallura, è stata ritrovata senza vita il 24 settembre all’interno della tenuta agricola dell’imprenditore vinicolo Emanuele Ragnedda, 41 anni, che ha confessato l’omicidio dopo ore di interrogatorio.
La scomparsa di Cinzia Pinna e le prime indagini in Sardegna
Cinzia era stata vista per l’ultima volta nella notte tra l’11 e il 12 settembre in un locale di Palau, in compagnia di Ragnedda e di un 26enne milanese. Gli ultimi segnali del suo telefono risalgono alle 3.20, quando aveva agganciato le celle della zona del porto di Palau. Dopo quell’orario, il silenzio. La famiglia, preoccupata dall’assenza di notizie, aveva denunciato immediatamente la scomparsa, spingendo i carabinieri ad avviare ricerche serrate tra Palau, Arzachena e le campagne circostanti.
Le immagini delle telecamere di sorveglianza avrebbero documentato gli spostamenti della 33enne con l’imprenditore nelle ore decisive, contribuendo a indirizzare le indagini verso di lui e il suo conoscente milanese, ora indagato per occultamento di cadavere.
Il profilo di Emanuele Ragnedda, imprenditore del vino
Emanuele Ragnedda appartiene a una famiglia nota della Gallura. È figlio di Mario e nipote di Francesco Ragnedda, legati alla storica cantina Capichera, ceduta nel 2022 all’imprenditore Carlo Bonomi. Cresciuto in un ambiente di prestigio e successo economico, aveva fondato la propria azienda vinicola, Conca Entosa, nelle campagne tra Arzachena e Palau. Qui aveva avviato la produzione di etichette di lusso, come il Vermentino “Disco Volante Igt 2021”, definito “il bianco più caro d’Italia” con bottiglie fino a 1.800 euro.

Dietro l’immagine patinata dell’imprenditore del vino, emergevano fragilità personali: la fine di una relazione sentimentale nel 2024, la vita mondana nei locali della Costa Smeralda, la ricerca di affermazione in un settore competitivo e legato al nome della famiglia.
Il fermo di Ragnedda e l’incidente in mare
La svolta è arrivata la mattina del 24 settembre. Ragnedda era partito dal porticciolo di Cannigione con il suo gommone diretto a Baja Sardinia, dove si trova la casa di famiglia.
Durante la traversata, però, l’imbarcazione si sarebbe schiantata contro gli scogli. La Guardia Costiera è intervenuta per prestare soccorso e poco dopo i carabinieri hanno raggiunto l’imprenditore, trasferendolo in caserma per essere interrogato.
La confessione di Ragnedda e il ritrovamento del corpo di Cinzia Pinna
Nella caserma di Palau, dopo ore di domande, l’uomo ha ceduto. Ha confessato di aver ucciso Cinzia Pinna con un’arma da fuoco e ha ammesso di averne occultato il corpo. Subito dopo, nel primo pomeriggio, ha accompagnato i militari nella sua vasta proprietà di Conca Entosa, 72 ettari di terreno tra Arzachena e Palau.
È stato lui stesso a indicare il punto preciso: il cadavere della giovane era nascosto in mezzo ai cespugli, vicino a un albero, lontano dall’abitazione principale ma sempre all’interno della tenuta. Sul posto i carabinieri hanno inoltre trovato tracce di sangue su un divano e in altre stanze della villa, rafforzando la convinzione che il delitto sia avvenuto in casa.
Le accuse ai due indagati
Ragnedda è ora accusato di omicidio volontario aggravato dall’uso di arma comune da sparo e occultamento di cadavere. A suo carico pendono prove e indizi pesanti, che dovranno essere confermati dagli accertamenti tecnici. Indagato anche il 26enne milanese che era con lui e con Cinzia la sera della scomparsa, con l’accusa di concorso nell’occultamento del cadavere.
Secondo le ricostruzioni, Cinzia sarebbe stata avvicinata dall’imprenditore mentre rientrava a piedi dopo la serata e sarebbe salita a bordo della sua auto. Da quel momento non si sono più avuti contatti. La successiva sparizione del telefono, la mancanza di testimoni e le tracce ematiche in casa hanno portato gli inquirenti a concentrare le indagini su di lui.

Le indagini della Procura di Tempio Pausania
La Procura di Tempio Pausania, che coordina le indagini, ha disposto il sequestro di telefoni cellulari e di un’arma da fuoco. Gli esami scientifici dovranno stabilire con precisione la dinamica dell’omicidio e verificare se l’arma trovata corrisponda a quella utilizzata per uccidere Cinzia.
Le indagini puntano anche a chiarire il ruolo del giovane milanese e a stabilire se ci siano stati altri complici o coperture dopo il delitto.
Un femminicidio che scuote la Gallura
La morte di Cinzia Pinna non è solo un caso di cronaca nera, ma l’ennesima tragedia che rientra nella lunga lista di femminicidi. Una giovane donna, uscita per trascorrere una serata, è stata uccisa brutalmente da un uomo che conosceva e di cui probabilmente non temeva la compagnia.
Il ritrovamento del corpo ha messo fine a giorni di speranza e angoscia per la famiglia e ha lasciato sgomento nelle comunità di Castelsardo e della Gallura. Una vicenda che solleva nuovamente il tema della violenza di genere, imponendo domande scomode sulla sicurezza delle donne e sul perché, ancora una volta, la loro vita venga spezzata da chi decide di esercitare dominio e violenza.