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Cosa sappiamo del femminicidio di Ancona: Sadjide era già vittima di violenza, caccia al marito

Sadjide Muslija, che avrebbe compiuto 50 anni nei prossimi giorni, è stata uccisa a botte in casa a Monte Roberto, in provincia di Ancona. Ricercato il marito Nazif Muslija già condannato per violenza, sarebbe scappato con una Smart ed è ora ricercato in tutta Italia.
A cura di Antonio Palma
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Nazif Muslija
Nazif Muslija

Un nuovo femminicidio si è consumato ieri, mercoledì 3 dicembre, a Pianello Vallesina, frazione di Monte Roberto, in provincia di Ancona. La 49enne Sadjide Muslija è stata massacrata di botte in casa sua dove è stata rinvenuta in una pozza di sangue con evidenti segni di pesanti percosse e il volto completamente sfigurato. Ad ucciderla sarebbe stato il marito Nazif Muslija, un 50enne anche lui di origine macedone, che si è reso irreperibile allontanandosi con una Smart ed è ora ricercato da tutte le forze dell'ordine in tutta Italia.

Il figlio della coppia: "Me lo aspettavo"

Un uomo descritto come violento, già denunciato per maltrattamenti nei confronti della donna e che, dopo un arresto per un grave episodio di violenza contro di lei ad aprile, aveva patteggiato nel luglio scorso una pena a un anno e dieci mesi di reclusione rimanendo di fatto libero. Secondo il suo legale, doveva  frequentare un corso per uomini maltrattanti stabilito dalla sentenza ma non vi era posto e non aveva ancora iniziato. La coppia ha anche un figlio di 27 anni che vive in Svizzera e che, appena avvisato del dramma, avrebbe detto: "Me lo aspettavo".

L'allarme del datore di lavoro

Era la tarda mattinata di ieri quando il datore di lavoro della donna, che avrebbe compiuto 50 anni nei prossimi giorni, si è rivolto alle forze dell'ordine perché la donna non si era presentata al lavoro in una ditta di imballaggi nella zona e non era rintracciabile in alcun modo. I carabinieri giunti in casa, però hanno trovato l'auto sul posto, la porta dell’abitazione già aperta e le chiavi ancora inserite. All'interno, sul letto della camera, vi era il corpo senza vita nella donna con evidenti lesioni alla testa.

Nessuna traccia invece del marito che per tutta la giornata di ieri nessuno ha visto. I carabinieri lo hanno cercato sul luogo abituale di lavoro, una ditta di produzione infissi, ma nemmeno lui si era presentato al lavoro. Gli investigatori quindi di sono messi subito sulle sue tracce, a pesare su di lui anche i vari precedenti per maltrattamenti.

"Questa sera ti ammazzo", l'aggressione di Nazif Muslija con l'ascia

Secondo quanto ricostruito finora, infatti, l'uomo era stato anche denunciato per maltrattamenti in famiglia e quindi arrestato ad aprile scorso per un grave episodio di violenza contro la donna. Accusandola di tradimento, aveva aggredito la donna, sfondando la porta della camera e il parabrezza dell'auto della moglie con un'ascia. Nella colluttazione le aveva spezzato anche un dito. "Questa sera ti ammazzo", le aveva urlato. Il 50enne si era recato a casa del presunto amante, sfondando anche la sua porta di casa dove non aveva trovato nessuno. Infine era tornato a casa prima di essere bloccato dai carabinieri.

La donna lo aveva così denunciato raccontando che da due anni subiva le violenze fisiche da parte del coniuge con botte, vessazioni e pedinamenti. Nel luglio scorso l'uomo aveva poi patteggiato la pena di 1 anno e 10 mesi con l'obbligo di frequentare un percorso di riabilitazione per uomini violenti. Poi i due coniugi sono tornati insieme, lei ha ritirato anche la causa di separazione ed erano tornati a convivere nella casa dove si è consumato il delitto.

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