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Covid 19

Palermo, tentativo di evasione al carcere Ucciardone: arriva l’Esercito

Un gruppo di detenuti sta protestando al carcere dell’Ucciardone a Palermo contro il decreto sul Covid-19 del governo, che prevede delle restrizioni anche per i penitenziari. Ci sarebbe stato anche un tentativo di evasione subito contenuto. Il carcere è circondato da poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa.
A cura di Annalisa Cangemi
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AGGIORNAMENTO: Le rivolte nelle carceri in tutta Italia non si fermano. I detenuti sono sempre più allarmati per il rischio coronavirus, e per le misure restrittive che hanno stoppato le visite parentali. Al carcere dell'Ucciardone, a Palermo, diversi detenuti hanno scavalcato la recinzione dell'istituto di pena per cercare di fuggire, ma si trovano ancora all'interno della cinta muraria del carcere, e il tentativo è stato bloccato dalla polizia penitenziaria. A confermarlo è il sindacato della polizia penitenziaria Uilpa, spiegando che sul posto è stato inviato anche l'Esercito, insieme con le altre forze dell'ordine, in tenuta antisommossa, per circondare il carcere.

Le mura del vecchio carcere borbonico, che si trova nell'area del porto, sono state presidiate. A quanto si apprende ora la struttura penitenziaria è blindata, tutte le vie di accesso chiuse al traffico e presidi di controllo della polizia di stato in via Enrico Albanese, in via Borrelli e via Delle Croci, il punto più vicino tra i "bracci" e le mura di recinzione.

Tra i cittadini si è però diffuso il panico, per via di un'esercitazione dell'Esercito: carri armati hanno sfilato questa mattina per strada, nella zona tra via Crispi e piazza XIII Vittime, nelle vicinanze del carcere, e sono stati erroneamente associati alla protesta. I mezzi stavano in realtà rientrando da un'esercitazione in Sardegna.

Ieri sera la protesta era scattata anche al Pagliarelli, il secondo carcere di Palermo. Lì circa 300 detenuti hanno dato vita ad una animata protesta. I detenuti hanno dato fuoco a lenzuoli e cuscini, lanciando poi tutto attraverso le grate delle celle verso l'esterno. Una situazione che è stata notata distintamente dall'esterno della struttursa, mandando in tilt il traffico in viale Regione Siciliana. Un gruppo di parenti dei detenuti si è radunato davanti all'ingresso per unirsi alla protesta dei loro congiunti. A mediare con i detenuti è stata la direttrice, Francesca Vazzana, che ha spiegato le preoccupazioni per episodi simili in una struttura che ospita 1400 detenuti, e dove "in una cella spesso sono in quattro e non si riesce a mantenere le distanze previste".

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