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Covid 19

Secondo la Protezione Civile non c’è ragione per passare da epidemia a pandemia di Coronavirus

“Alle ore 18 abbiamo registrato 222 persone contagiate. Di queste, sei decedute e una è stata dimessa”, ha spiegato il capo della Protezione Civile e commissario straordinario per il coronavirus, Angelo Borrelli, confermando anche che i focolai al momento sono due, uno in Lombardia e l’altro in Veneto. “I dati registrati in Italia e nel resto del mondo sono contenuti in numeri ragionevoli e non sono tali da registrare il mutamento di tipologia da epidemia in pandemia”, ha poi sottolineato Borrelli.
A cura di Annalisa Girardi
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Sono 222 i casi accertati di contagio da coronavirus in Italia: questa la conferma arrivata negli ultimi minuti dal capo della Protezione civile e commissario straordinario all'emergenza, Angelo Borrelli. Tra le persone che hanno contratto il Sars-Cov-2, 101 non presenterebbero sintomi, 27 sarebbero ricoverati in terapia intensiva, mentre gli altri 94 sono in isolamento domiciliare: non presentano i sintomi ma sono comunque tenuti sotto osservazione.

"Alle ore 18 abbiamo registrato 222 persone contagiate. Di queste, sei decedute e una è stata dimessa", ha spiegato il commissario confermando anche che i focolai al momento sono due, uno in Lombardia e l'altro in Veneto: non è ancora chiaro se siano collegati. I contagi in Lombardia sono 172, mentre in Veneto se ne contano 33. "I dati registrati in Italia e nel resto del mondo sono contenuti in numeri ragionevoli e non sono tali da registrare il mutamento di tipologia da epidemia in pandemia", ha poi sottolineato Borrelli.

"Nel pomeriggio è morta una persona di 75 anni di Castiglione d'Adda, che aveva diverse patologie e si conferma che tutti i deceduti avevano patologie pregresse", ha proseguito il commissario. Sui casi più gravi, l'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, ha specificato: "In terapia intensiva c'è il 10% delle persone positive al Coronavirus (in Lombardia, ndr)". Inoltre ha sottolineato che si tratta specialmente di uomini sopra i 65 anni. Borrelli ha poi concluso affermando che "sono state segnalate esigenze di ulteriore approvvigionamento" per quanto riguarda i tamponi, e che per il momento non ci sarebbero "difficoltà, così come si sta procedendo all'approvvigionamento di materiale sanitario, mascherine e quant'altro". Secondo il bollettino della Protezione Civile i tamponi effettuati fino ad oggi per accertare la positività al coronavirus sono 4.141.

La conferenza stampa della Protezione Civile

Oggi il capo della Protezione Civile era già intervenuto in conferenza stampa per fare il punto della situazione: "Il Paese è sicuro, si può venire tranquillamente. In Italia si è cercato di arginare la diffusione del contagio con le misure maggiormente precauzionali. Abbiamo registrato due focolai e siamo intervenuti con misure impegnative e pesanti quindi riteniamo che nel nostro Paese ci sia sicurezza e si possa venire tranquillamente".

Borrelli aveva anche confermato i dati di quelle ore: "Sono in tutto sono 219 i contagiati, 5 i deceduti, si è aggiunta una persona in Lombardia e 1 guarito: 99 sono ricoverati in ospedali, 23 in terapia intensiva e 91 in terapia domiciliare perché non presentano sintomi", aveva precisato il commissario, avvertendo però che i numeri sarebbero stati destinati a cambiare. E infatti si registrano ora 6 vittime, 222 casi tra Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Piemonte e oltre 50mila persone in quarantena per ordine del governo.

La virologa Ilaria Capua: "È meno letale di quanto pensavamo"

" L’Italia sembra essere uno dei Paesi col più alto numero di contagi. Ecco: io sono convinta che diversi Paesi europei hanno casi di Coronavirus che verranno diagnosticati nei prossimi giorni. Personalmente, mi convinco sempre più che l’infezione in Veneto e Lombardia abbia circolato prima del primo decesso, almeno per una ventina di giorni": così la virologa Ilaria Capua commenta in esclusiva per Fanpage.it l'emergenza del coronavirus, i cui casi di contagio continuano ad aumentare.

Ma perché, allora, non ci siamo accorti prima della diffusione del Sars-Cov-2? Secondo Capua, il punto da tenere a mente è che fortunatamente, rendendoci conto della vasta presenza del virus in Italia, comprendiamo anche che la sua letalità non è così alta come pensavamo. Il coronavirus, analizzato da questo punto di vista, diventa allora una malattia che non risalta all'intenzione dei medici, in quanto spesso scambiata per una banale influenza.

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