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Covid 19

Covid-19, Regione Lombardia chiede di stare a casa, ma le piste da sci sono prese d’assalto

Nonostante l’emergenza Coronavirus e gli inviti di governo e Regione Lombardia a stare in casa, per limitare il contagio, sono tanti i cittadini che hanno affollato gli impianti da sci, fin dalla giornata di ieri. E anche oggi, sabato 7 marzo, come documentato anche da Fanpage.it in alcuni impianti, come ai Piani di Bobbio tra il Lecchese e la Bergamasca (uno dei territori maggiormente colpiti dal Covid-19), c’è “tantissima gente, più del solito. Non sanno cosa fare e vanno tutti a sciare. Non rispettano la quarantena e gli ordini”.
A cura di Francesco Loiacono
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Gente in coda ai Piani di Bobbio nella giornata di venerdì (Foto: Nonsoloneve Ski now su Facebook)
Gente in coda ai Piani di Bobbio nella giornata di venerdì (Foto: Nonsoloneve Ski now su Facebook)
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La Lombardia è alle prese con la grave emergenza sanitaria da Coronavirus, i casi aumentano senza sosta e la Regione ha chiesto ai cittadini di rimanere a casa, anche e soprattutto nel fine settimana. Eppure da ieri, come segnalato da più parti e documentato da Fanpage.it, gli impianti sciistici sono presi d'assalto: "Tantissima gente, più del solito", conferma un'operatrice del comprensorio dei Piani di Bobbio che si snoda tra Barzio, nel Lecchese, e la provincia di Bergamo, territorio dove si registra il maggior incremento di casi di Covid-19.

Un'operatrice: La gente non desiste

"Stanno tutti a casa e non sanno cosa fare e vanno tutti a sciare. Non rispettano la quarantena (che però vale solo per positivi al virus asintomatici o chi è stato in contatto con qualche contagiato, ndr) e gli ordini", dice l'operatrice al telefono a proposito degli sciatori che non hanno potuto fare a meno di recarsi sulle piste. E che gli impianti siano presi d'assalto lo si desume anche dal fatto che dalla mattinata di oggi, sabato 7 marzo, sono andati esauriti in poco tempo i posti di uno dei parcheggi degli impianti, aperti dalle ore 8. Il comprensorio non è aperto a pieno regime: per rispettare le direttive del governo sul contenimento del virus la capacità delle cabine è stata diminuita di un terzo della portata e non ci sono navette di collegamento. Anche l'operatrice conferma: "Facciamo rispettare le distanze di sicurezza, anche per questo c'è tanta gente in coda. Se normalmente non si fanno code per la funivia ora si possono fare anche 2-3 ore, perché anziché 12 persone per funivia ne possiamo caricare soltanto 4. Non ci sono le navette di collegamento, per cui chi arriva presto trova il parcheggio comodo, sennò si deve fare mezz'oretta a piedi prima di raggiungere la funivia. Però la gente non desiste".

Siamo preoccupati, ma non possiamo limitarli

Il massiccio afflusso di persone, nonostante tutti gli inviti e le raccomandazioni giunte da più parte, un po' spaventa anche gli operatori che vengono a contatto con gli sciatori: "Siamo preoccupati, però non possiamo limitarli. Nel senso che a noi gli ordini che ci sono stati impartiti dalle direttive ministeriali ci dicono di mantenere le distanze di un metro, di metterne 4 in cabina, di non mettere le navette perché sennò si fanno assembramenti sul pullman, ma se la gente arriva lo stesso e si mette in coda a una spanna l'uno dall'altro, e anche se i nostri operatori gli dicono di mantenere le distanze non lo fanno, noi non possiamo fare nulla. Dovrebbero essere le forze dell'ordine a intervenire", aggiunge l'operatrice. Ma gli agenti in campo scarseggiano: "Quattro vigili con tremila persone? – dice sarcasticamente l'operatrice – Diciamo che in questo periodo sono impegnati in altro".

I genitori non sanno come far passare il tempo ai figli e li portano a sciare

In tutte le stazioni sciistiche del comprensorio si stanno registrando code. In alcuni casi "bloccano addirittura le salite: se al piano si formano code di ore, per stare negli orari di funzionamento e chiudere non dico alle 17, ma alle 18.30-19 si cerca a un certo punto di bloccare le salite". E "quando abbiamo un centinaio di persone in coda", ammette l'operatrice, anche il far rispettare la distanza di un metro è in realtà difficile: "Non è che possiamo andare da tutti a dire ‘scusi mantenga le distanze'. Come potrebbe succedere d'altronde sulle metropolitana". Per la dipendente del comprensorio comunque il problema è a monte, di chi non riesce proprio a restare a casa, nonostante gli appelli: "Sono due settimane che i bambini sono a casa da scuola e i genitori non sanno più come fargli passare il tempo e li portano a sciare".

Inascoltato l'appello dell'assessore Gallera

Le immagini e le notizie delle piste da sci prese d'assalto fanno riflettere, alla luce di quell'assunzione di responsabilità chiesta a tutti i lombardi (e in generale agli italiani). L'ultimo appello in questo senso era arrivato in mattinata dall'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera: "Sono giornate bellissime e i lombardi sono gente dinamica che ama vivere e socializzare – aveva detto su Facebook l'assessore -. Ma in questo momento vi è la necessità che ognuno adotti stili di vita consapevoli: bisogna stare a casa, bisogna evitare gli assembramenti, bisogna attuare il distanziamento sociale. È fondamentale se vogliamo sconfiggere il coronavirus, questa infezione che si sta propagando in tutta la regione".

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