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“Copriti o t’uccido”: il post che condivideva il marito di Giulia Lazzari, morta a 23 anni

“Se ti fai bella ti guardano tutti, invece se non lo fai risparmio 30 anni di galera per omicidio”. È il post condiviso su Facebook da Roberto Lo Coco, 28 anni, oggi in carcere per aver ucciso strangolandola la moglie 23enne e madre della loro bimba di 4 anni, nella loro casa di Rovigo. A far scattare la molla omicida in Lo Coco è stata la decisione di Giulia di separarsi.
A cura di Angela Marino
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UPDATE: Ci scusiamo con i lettori per l'errore. Abbiamo corretto, riportando la versione esatta della notizia, che inizialmente era stata data in maniera errata. 

"Se ti fai bella ti guardano tutti, invece se non lo fai risparmio 30 anni di galera per omicidio". Sono le parole di un popolare post WhatsApp condiviso sulla sua propria pagina Facebook da Roberto Lo Coco, il 29 luglio scorso, tre mesi prima molto prima che maturasse in lui il desiderio di uccidere la moglie Giulia Lazzari, 23 anni, spirata dopo 9 giorni di agonia per i danni provocati dal suo tentativo di strangolamento. "Non truccarti, fatti brutta, non aggiustarti i capelli, non salutare nessuno maschio – recita il post, rimbalzato su molte pagine Facebook –  Se quando esci dal supermercato qualcuno dice ‘arrivederci' tu fa finta di non sentire perché non puoi rispondere a un maschio. Mettiti una felpa lunga e larga e un pantalone largo così non si vedranno le forme del tuo corpo". "Perché se ti fai bella, ti guardano tutti, invece così no e io risparmio 30 anni di galera per omicidio".

Il post: "Copriti o ti uccido"

Si tratta di uno screenshot visibile sulla pagina goliardica "Il ragazzo psicopatico" e condiviso da molte persone, tra cui anche, con smile sorridenti, Roberto Lo Coco.

Il delitto

Roberto Lo Coco, 28 anni, disoccupato con problemi di tossicodipendenza è oggi in carcere per aver ucciso la moglie Giulia Lazzari, madre della loro bimba di 4 anni. L'uomo ha strangolato la ragazza nel loro appartamento di Adria (Rovigo), dove era presente anche il fratello di lui, che ha chiamato i soccorsi. Dopo aver lasciato la moglie quasi esanime sul pavimento, Lo Coco ha tentato di uccidersi impiccandosi. Si è fatto poi soccorrere dai paramedici giunti per prestare soccorso a Giulia ed è stato portato nel centro di igiene mentale dell'ospedale di Adria, da dove è stato prelevato dalle forze dell'ordine per essere trasferito in cella. Tentato omicidio era l'accusa per i fatti dello scorso 8 ottobre; omicidio, invece l'accusa contestata oggi, all'indomani della morte di Giulia.

Lo sfogo su FB: "L'hai voluto tu, è colpa tua"

Movente del delitto la separazione voluto da Giulia, unico sostentamento della famiglia, e non condivisa da Lo Coco. È lui stesso a spiegare con nitida precisione cosa stava accadendo in lui, in un post Facebook del 6 ottobre, due giorni prima dell'aggressione: "Non è giusto. Io sono quello che sono, lo sapevi, ma tu hai sbagliato e mi hai fatto malissimo. Tutto quello che sta succedendo in questi giorni, per carità, ho sbagliato anche io a fare cose che non ti piacevano, ma ce l'hai anche tu la colpa e che in questi medi hai trattato come spazzatura, non succedeva niente di tutto questo se tu avessi parlato con me e non un estraneo. Non ci posso credere che tutto quell'amore che provavi per me sia scomparso così in un paio di mesi. Non voglio vantarmi, ma tutto e dico tutto l'amore che io ti ho dato in questi sette anni, non ne troverai mai uno che ti amerà e che ti darà tutto l'amore che io ti ho dato in questi sette anni. A parte gli errori che ho fatto, ti ho amata veramente tantissimo. Ok, l'hai voluto tu questo, io non ho mai voluto separarmi".

Una fiaccolata per Giulia Lazzari

Sabato 19 ottobre si terrà una fiaccolata in memoria di Giulia Lazzari. La partenza è prevista per le 19 e 30 dalla piazzetta del Politeama di Adria. Il corteo arriverà alle 19 e 45 in piazza Grotto, dove il sindaco Omar Barbierato poserà un fascio di fiori sulla panchina arancione, simbolo della violenza contro le donne. La fiaccolata proseguirà poi per piazza Garibaldi.

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