Concordia, il capo dei vigili del fuoco: “Temevamo che la nave si rovesciasse”

È ripartito oggi il processo per il naufragio della nave Costa Concordia. Al Teatro Moderno di Grosseto, dove è presente l’unico imputato Francesco Schettino, il primo a parlare è stato Ennio Aquilino, il comandante provinciale dei vigili del fuoco che ha gestito tutta la fase di ricerche delle prime ore del naufragio. Nel corso della sua testimonianza, il capo dei vigili del fuoco ha ricordato i drammatici momenti di quella notte di gennaio di due anni fa. “Quando riuscimmo a salire a bordo della Concordia non sapevamo se la nave potesse rimanere stabile, era un mondo rovesciato, intorno all'1 di notte, c'erano ancora 700 persone da evacuare. Ci affidammo a Santa Barbara e devo dire che ancora una volta non ha tradito le aspettative”, ha spiegato l’ingegnere. “La certezza che la nave sarebbe rimasta stabile l'avemmo soltanto il mese successivo – ha proseguito Aquilino -. Lavorammo per settimane anche col timore di pericoli per i sommozzatori impegnati in attività speleo-alpine subacquee”.
A bordo nessun ufficiale della linea di comando – Il comandante dei vigili del fuoco ha ricordato a Grosseto che all’interno della nave Concordia c’erano solo i suoi uomini: “Ci muovevano all'interno con un filo d'Arianna, un cordino di nylon per non smarrirsi. Se si fosse tagliato, qualcuno poteva rimanere bloccato, la parte immersa era completamente buia”. Ha ricordato la gestione dei soccorsi nella nave e ha sottolineato di aver percorso la Concordia da prua a poppa e di non aver incontrato alcun ufficiale della linea di comando. “C’era – ha spiegato al processo – soltanto gente dell'equipaggio che non parlava italiano, ma inglese e francese approssimativo”. Quella odierna è la prima udienza del processo Costa Concordia del 2014, se si esclude quella rinviata nel giorno dell'anniversario del naufragio per lo sciopero degli avvocati. Tra oggi e domani saranno ascoltati nove testimoni convocati dalla Procura.