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Con la siccità distrutto il 70% dei raccolti: prezzi alle stelle per cereali, frutta e verdura

Il caldo estremo e l’emergenza siccità cominciano a pesare sulle tasche delle famiglie e delle imprese italiane. I dati Coldiretti: “Le perdite di verdura nei campi arrivano al 70% del raccolto”.
A cura di Ida Artiaco
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Il fiume Po in secca per via della siccità
Il fiume Po in secca per via della siccità

Il caldo estremo delle ultime settimane e l'emergenza siccità, che ormai da mesi sta mettendo in ginocchio l'Italia, stanno cominciando a pesare anche sulle tasche degli italiani.

Secondo un'indagine di Coldiretti, infatti, in alcune zone le perdite di verdura nei campi arrivano al 70% del raccolto, dai peperoni ai meloni, dalle angurie alle albicocche, dai pomodori alle melanzane che non riescono neppure a crescere. Il che si traduce in un conseguente aumento dei prezzi, che sono schizzati alle stelle.

"Le scottature da caldo – ha spiegato la Coldiretti – danneggiano in maniera irreversibile frutta e verdura, fino a renderle invendibili. Una situazione che aggrava l'impatto devastante della siccità e del caldo sulle produzioni nazionali con danni che secondo la Coldiretti superano ormai 3 miliardi di euro".

Tra i prodotti più colpiti ci sono il mais e la frutta. Nelle campagne "si registrano cali del 45% per il mais e i foraggi che servono all'alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle, del 30% per il frumento duro per la pasta di oltre 1/5 delle produzione di frumento tenero, del 30% del riso, meno 15% frutta ustionata da temperature di 40 gradi, meno 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po, dove – sottolinea la Coldiretti – si allargano le zone di ‘acqua morta'. Senza contare assalti di insetti e cavallette con decine di migliaia di ettari devastati".

Il nuovo balzo dei prezzi aggrava una situazione che, secondo Coldiretti, costerà nell’anno in corso alle famiglie italiane oltre 8,1 miliardi di euro solo per la spesa alimentare, proprio a causa dell’effetto dell’inflazione scatenata dalla guerra in Ucraina che colpisce gli italiani, ma anche l’intera filiera.

Quasi la metà (46%) delle imprese agricole italiane è a rischio con le colture devastate dalle piogge dimezzate e dal caldo record per effetto dell'aumento dei costi di produzione: secondo le elaborazioni del Crea si registrano "rincari con +170% dei concimi, +90% dei mangimi e +129% per il gasolio cui vanno aggiunti quelli di oltre il 30% per il vetro, del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica", secondo l'analisi Coldiretti.

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