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Collegno, caccia al coltello dell’omicidio di Marco Veronese: il killer reo confesso guida le ricerche

È iniziata vicino al fiume Dora la caccia al coltello usato per uccidere Marco Veronese lo scorso 23 ottobre. A guidare carabinieri e pm, scortato dalla penitenziaria, è il reo confesso Michele Nicastri.
A cura di Biagio Chiariello
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A Collegno è iniziata la caccia all’arma che ha segnato la notte del 23 ottobre scorso, quando Marco Veronese, 39 anni, è stato ucciso davanti alla sua abitazione in via Sabotino, nel comune alle porte di Torino, con almeno 24 coltellate. La vittima è stata brutalmente aggredita dall’ex fidanzato della sua compagna, Michele Nicastri, 49 anni, che ha confessato l’omicidio dopo essere stato fermato, nonostante una fuga che lo aveva portato fino a Bardonecchia e poi in Francia.

Questa mattina, 18 novembre 2025, Nicastri ha lasciato temporaneamente il carcere Lorusso e Cutugno di Torino, scortato dalla polizia penitenziaria e dai carabinieri, per guidare gli investigatori sul punto esatto in cui sostiene di aver gettato il coltello. Secondo quanto dichiarato al pm Mario Bendoni, il killer avrebbe gettato l’arma tra le fronde vicino al fiume Dora, in una zona compresa tra il ponte vicino all’Ikea e il cimitero di Collegno. Finora, le ricerche in quell’area non hanno prodotto risultati, ma l’omicida accompagna personalmente le forze dell’ordine nella speranza di ritrovarla.

Il killer di Veronese era accompagnato dai suoi avvocati, Chiara Gatto e Luca Calabrò, mentre carabinieri, polizia locale, polizia penitenziaria e vigili del fuoco hanno coordinato le operazioni tra via Venaria e via Sebusto. Alcuni pompieri si sono calati lungo le sponde della Dora, mentre il tratto di strada che conduce al vecchio setificio del Molino è stato temporaneamente chiuso. L’operazione ha attirato l’attenzione di giornalisti, fotografi e automobilisti, curiosi di capire cosa stesse accadendo.

Dalle prime indagini emerge che, dopo l’aggressione, Nicastri si sarebbe medicato a casa con l’aiuto del fratello, per poi uscire nelle prime ore del mattino e a quel punto liberarsi dei vestiti insanguinati a Avigliana e Caselette, prima di lanciare l'arma nel fiume: fondamentale per ricostruire la dinamica del delitto, è considerata cruciale dagli inquirenti per completare il quadro probatorio.

Parallelamente, il pm ha affidato ai Ris di Parma e alla sezione scientifica dei carabinieri di Torino l’analisi delle tracce di Dna e di sangue rinvenute sull’auto e nell’abitazione di Nicastri. La caccia al coltello proseguirà fino al suo eventuale ritrovamento, con la supervisione del pm e l’impiego di squadre specializzate dei carabinieri e dei vigili del fuoco.

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