Cogne, Annamaria Franzoni angosciata “perché vittima di due ingiustizie”

Annamaria Franzoni, la mamma di Cogne condannata a 16 anni di reclusione perché accusata di aver ucciso nel 2002 il piccolo Samuele, recentemente ha chiesto tramite i suoi avvocati gli arresti domiciliari. Una richiesta, fatta dalla Franzoni per assistere il figlio più piccolo Gioele, che ha portato il Tribunale di Sorveglianza di Bologna a disporre una nuova perizia psichiatrica nei confronti della donna. Si tratta di una super perizia che valuterà il pericolo di recidiva: nell’ordinanza del Tribunale viene riportata la relazione di osservazione del carcere di Bologna, dove la Franzoni è detenuta. Una relazione in cui si legge che Annamaria Franzoni “ha manifestato sentimenti di angoscia e disperazione per aver subito una doppia ingiustizia”. Si fa riferimento, dunque, sia alla morte violenta a Cogne del piccolo Samuele Lorenzi, suo figlio, sia alla condanna “per un atto che non ha compiuto”. Questa relazione di osservazione del carcere è stata però ritenuta insufficiente per valutare la richiesta di detenzione domiciliare e perciò è stata disposta una nuova perizia.
Perché è necessaria un’altra perizia sulla Franzoni – La relazione, scrive il collegio presieduto dal presidente del tribunale, “non appare assolutamente illuminante sul punto dell’analisi della personalità della condannata, tanto che vi si afferma esplicitamente come sia stato privilegiato l'aspetto trattamentale rispetto a quello dell'osservazione personologica”. Si tratta di una relazione che, secondo il collegio, evidenzia quasi esclusivamente le difficoltà incontrate dalla Franzoni sin dall’inizio della carcerazione. Sarebbe necessaria una nuova perizia psicologica anche perché le consulenze disposte in passato “se pur contenenti importanti analisi sulla personalità” della mamma di Cogne, sono state redatte in “un’epoca ormai remota, essendo trascorsi già sette anni dalla stesura di quella del secondo grado e oltre dieci da quella del primo grado di giudizio”.