Incendi in Spagna, il racconto di una coppia di italiani: “Le persone fermavano le fiamme con le zappe”

Tra fumo e strade chiuse, il racconto dei due italiani diretti a Santiago di Compostela a Fanpage.it: “Il paesaggio è apocalittico, ma noi andiamo avanti fino all’ultimo tappa”
A cura di Gabriel Bernard
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Il cammino di Santiago di Claudio e Pamela è tra le fiamme. Marito e moglie sono partiti in Spagna per intraprendere il cammino sanabrese, un percorso di 370 km che va da Granja de la Moreruela fino a Santiago di Compostela. Ma un volta in marcia si sono ritrovati a dover camminare tra gli incendi che stanno colpendo duramente la Galizia.

"Il 14 agosto, raccontano a Fanpage.it, è stato il giorno più tragico. Dovevamo percorrere il tratto che da Lubián ci avrebbe portato a A Gudiña. A 600 metri da noi vedevamo delle fiamme altissime, avranno raggiunto i venti metri e superavano gli alberi in altezza. Il fuoco era proprio nel mezzo del cammino quindi abbiamo preso una strada statale secondaria per stare lontani dalle fiamme. L'aria però era irrespirabile: abbiamo tenuto sempre gli occhiali e bagnavamo gli scaldacolli per usarli come filtri. Non era il caso di respirare a lungo quell'aria". Racconta Claudio Fucile. Lui e Pamela sono arrivati all'ottava tappa, Xunqueira de Ambía, e non hanno intenzione di fermarsi. "È un cammino particolare. Intorno a noi c'è un atmosfera apocalittica, con il cielo gonfio di fumo e i campi anneriti".

Il percorso del fuoco precede i passi della coppia: i guardrail della strada statale bruciati, le parti in plastica che colano sul metallo. I sentieri sterrati invece sono un susseguirsi di erba bruciata e fumo sollevato dal vento.

Claudio (a sinistra) e Pamela (a destra)
Claudio (a sinistra) e Pamela (a destra)

In ogni villaggio in cui arrivano Claudio e Pamela c'è preoccupazione: chi innaffia il terreno per inumidire il perimetro di casa, chi è incollato alla televisione mentre osserva il telegiornale e chi cerca di caricare il proprio cellulare durante uno dei tanti cali di corrente.

"I blackout erano molto frequenti. Molte attività erano chiuse perché non potevano nemmeno aprire la cassa. E tante celle frigorifere restavano attive solo grazie ai generatori d'emergenza. Noi fortunatamente abbiamo dei powerbank: il telefono è l'unico modo per restare informati sugli incendi mentre si è in viaggio. È uno strumento fondamentale", racconta Claudio mentre scorre i tanti bollini rossi che rappresentano gli incendi attivi sulla mappa di Google. "In una delle ultime tappe abbiamo visto gli abitanti di un paese uscire di corsa in strada perché c'era il fuoco vicino a un ponte. Hanno preso picche e zappe e si sono attivati subito per fermare le fiamme insieme ai pompieri, c'era un grande senso di solidarietà per difendere le loro case".

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