Ciro Grillo parla per la prima volta in aula al processo per stupro: “Nessuno di noi ha approfittato di qualcuno”

"Nessuno di noi ha mai approfittato di qualcuno o qualcosa. Ho studiato giurisprudenza proprio per questo processo, sono praticante avvocato, credo nella giustizia e vorrei continuare a crederci". A parlare è Ciro Grillo, il figlio di Beppe Grillo, ex comico e fondatore del Movimento 5 Stelle. Il giovane è accusato di violenza sessuale nei confronti di una studentessa italo- norvegese insieme agli amici Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia.
Grillo era presente in aula per la prima volta per l'udienza nel tribunale di Tempio Pausania. Il gruppo avrebbe abusato della studentessa nel luglio del 2019 dopo una serata in una discoteca in Sardegna. Secondo quanto raccontato dalla giovane, 19enne all'epoca dei fatti, dopo la serata il gruppo si sarebbe trasferito nell'abitazione di Grillo Jr. a Porto Cervo.
Qui si sarebbe verificata la violenza sessuale. Dopo la denuncia, è iniziato il processo nel novembre 2021. Ora Ciro Grillo sta parlando per la prima volta in aula prima della requisitoria del pubblico ministero e delle sue richieste. In aula sono presenti anche Lauria e Capitta.
Grillo presente in aula per la prima volta
Grillo non era mai stato presente in aula prima, a differenza di Francesco Corsiglia, assistito dagli avvocati Antonella Cuccureddu e Gennaro Velle. Corsiglia ha già reso circa 12 ore di esame dibattimentale. Domani invece sarà la volta delle parti civili e dell'avvocata Giulia Bongiorno che rappresenta la vittima ora 23enne. I fatti contestati risalgono ormai a sei anni fa, quando nella notte tra il 16 e il 17 luglio, la giovane incontrò durante una serata in discoteca il gruppo di Grillo Jr.
Gli imputati hanno sempre negato la violenza sessuale, che invece la giovane aveva confidato prima della denuncia anche in una chat con un'amica, e hanno parlato di "rapporti consenzienti".
Il procuratore: "Versione degli imputati incompatibile con la logica"
Secondo il procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, la versione degli imputati è "incompatibile con la logica, con le testimonianze raccolte e con il materiale acquisito durante le indagini". Lo ha detto durante la requisitoria in aula del processo. Per l'accusa, la ricostruzione dei 4 giovani sarebbe contraddetta dagli atti e dalle testimonianze dell'inchiesta.