Chiesti trent’anni di reclusione per Michele Fresi: uccise il padre con una mazza da baseball

È stata avanzata alla Corte d'Assise del tribunale di Sassari, nella mattina del 16 settembre, la richiesta di pena per Michele Fresi da parte del procuratore Gregorio Capasso: trent'anni di reclusione, con il riconoscimento delle attenuanti. L'imputato ventottenne, proveniente da Arzachena (Sassari), si trova sotto accusa per aver ucciso il padre Giovanni Fresi (58 anni) nella notte tra il 27 e il 28 ottobre 2023, colpendolo con una mazza da baseball.
"Non chiedo l'ergastolo" ha dichiarato Capasso, che nella sua requisitoria si è concentrato sul difficile rapporto umano tra un figlio dalla vita complicata, fatta anche di abuso di sostanze, e un padre che gli era sempre stato comunque vicino. "Se oggi Giovanni Fresi fosse qui, avrebbe perdonato il figlio", ha affermato il procuratore.
Le accuse per Michele Fresi, che è difeso dall'avvocato Pierfranco Tirotto, sono quella di omicidio aggravato dal vincolo parentale, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. I fatti risalgono a quasi 2 anni fa.
Nella notte del 28 ottobre 2023, Fresi aveva assunto un mix di droghe pesanti, come dei francobolli di lsd e della cocaina. Per questa ragione, come lui stesso raccontò agli inquirenti, si trovava in stato allucinatorio ed era convinto di essere minacciato da degli alieni. Per difendersi, si era armato di una mazza da baseball, con cui aveva colpito innanzitutto l'ex ragazza, rompendole la mascella.
A quel punto Fresi aveva iniziato a vagare per il comune di Arzachena minacciando molte persone. Essendo stato avvertito, il padre Giovanni Fresi, non nuovo a questo tipo di situazioni, aveva deciso di raggiungere il figlio per prestargli soccorso.
Ma Michele, completamente fuori di sé, lo aveva colpito con la mazza da baseball. Il padre aveva tentato di parare i colpi con le braccia, e in questo modo si era fratturato sia braccio che avambraccio sinistri. Poi, era stato colpito alla testa.
A quel punto Giovanni era svenuto e caduto per terra. Il figlio lo aveva così colpito altre tre volte alla testa con estrema violenza. Il cinquantottenne era morto in ospedale di lì a poco.
Intanto, subito dopo aver aggredito il padre, Fresi se l'era presa anche con due carabinieri, colpendoli. A quel punto, diversi militari erano intervenuti per bloccare il ragazzo.
La parola nel processo, che è ancora in corso, passerà ora alle parti civili. Il 25 settembre ci sarà l'arringa di Pierfranco Tirotto, l'avvocato di Fresi.