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Chi era Eleonora Magnarello, morta nel rogo della sua casa: “Lei e il papà erano accumulatori seriali”

Eleonora Magnarello, 28 anni, è morta nel rogo della sua casa di Rivalta, in provincia di Torino. Nell’appartamento c’era anche il padre, salvato da un passante. La 28enne è stata soccorsa dai Vigili del Fuoco e trasportata in ospedale, dove è deceduta. Fonti riferiscono che i due soffrivano di disturbo da accumulo. Non è chiaro se la presenza di così tanti oggetti in casa possa aver contribuito a peggiorare la situazione. Indagini in corso.
A cura di Eleonora Panseri
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A destra, Eleonora Magnarello, 28 anni.
A destra, Eleonora Magnarello, 28 anni.

Si chiamava Eleonora Magnarello la ragazza morta a 28 anni nell'incendio della sua casa di Rivalta, in provincia di Torino. Le fiamme, secondo quanto è stato ricostruito, hanno iniziato a propagarsi intorno alle le 21.30 di ieri, domenica 17 agosto, al secondo piano della villetta.

Nell'appartamento c'erano la 28enne e il suo papà, Gian Carlo, 67 anni. Il primo a intervenire è stato un vigilante che, mentre andava al lavoro, ha visto il fumo ed è entrato in casa. È riuscito a portare all'esterno il 67enne, ma per la ragazza non è riuscito a fare nulla.

I Vigili del Fuoco, arrivati sul posto insieme ai Carabinieri, hanno faticato a estrarla dalla camera dove era rimasta priva di sensi. La 28enne è stata quindi trasportata in elicottero verso l'ospedale Cto, dove è deceduta poco dopo. Le sue condizioni erano gravissime.

Il papà, invece, è stato ricoverato a Rivoli: le sue condizioni non in pericolo di vita. Non si conoscono ancora le cause dell'incendio, ma il fuoco sarebbe partito con una fiammata nella cucina della casa dove i due vivevano insieme.

A quanto si apprende, la ragazza e il 67enne erano seguiti dal centro di salute mentale di Orbassano. Pare che soffrissero di disposofobia, ovvero un disturbo, una manifestazione di un disagio psicologico, che porta all'accumulazione compulsiva di oggetti di vario tipo.

La madre della ragazza è ricoverata da anni in una Rsa a Borgaretto e il marito andava quasi quotidianamente a trovarla. La 28enne, invece, sembra che non uscisse mai di casa. I vicini erano a conoscenza della complessa situazione familiare e avevano fatto segnalazioni all'amministratore, ma il Comune non ha mai ricevuto segnalazioni in merito.

Non è chiaro se la presenza di così tante cose in casa possa aver contribuito a peggiorare la situazione. L’alloggio e la mansarda sono stati posti sotto sequestro e dichiarati inagibili, in attesa di accertamenti tecnici.

“Ci stringiamo intorno alla famiglia Magnarello – ha detto il sindaco di Rivalta Sergio Muro – Una tragedia che ci interroga su quanto ancora sia difficile per le istituzioni sanitarie e sociali intercettare queste situazioni di disagio psicologico (e umano) e prevenire questo tipo di accadimenti".

"La solitudine con cui molte famiglie vivono una quotidianità di sofferenza esistenziale rappresenta uno dei drammi della nostra società", ha aggiunto il primo cittadino che auspica "uno sforzo economico, professionale, umano e anche normativo per intercettare situazioni come quelle della famiglia Magnarello".

E conclude: "Ci auguriamo che Gian Carlo si riprenda quanto prima e possa tornare a vivere a Rivalta la sua vita, seppur provata da una tragedia che gli ha portato via una figlia”.

La famiglia al primo piano è stata evacuata in serata e ha trovato ospitalità da parenti. L'origine dolosa dell'incendio, comunque, sembra l'ipotesi meno accreditata. Quello di Rivalta è il terzo incendio in tre giorni in una casa nel Torinese.

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