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Omicidio Yara Gambirasio

Chi è Letizia Ruggeri, la pm che indagò sull’omicidio di Yara Gambirasio e arrivò a Massimo Bossetti

Chi è Letizia Ruggeri, la pm che nel 2011 era a capo delle indagini prima sulla scomparsa e poi sull’omicidio di Yara Gambirasio: decise di sottoporre l’intera popolazione della zona dove fu trovato il cadavere della 13enne ai test biologici, procedura mai tentata prima, per arrivare a scoprire chi fosse Ignoto 1.
A cura di Ida Artiaco
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Andrà in onda questa sera su Canale 5 il film "Il caso di Yara Gambirasio", che racconta la scomparsa e l'omicidio della 13enne di Brembate di Sopra (Bergamo), avvenuto nel novembre del 2011, e delle intricate indagini che portarono prima all'arresto e poi alla condanna di Massimo Bossetti. Tra le figure protagoniste della pellicola, anche quella di Letizia Ruggeri, che all'epoca dei fatti era pm e che quelle indagini le ha guidate sin da subito. È interpretata da Isabella Ragonese.

Classe 1965, milanese d'origine, Ruggeri si è trasferita a Bergamo nel 1999. A lei è arrivato nel novembre del 2011 il fascicolo relativo alla scomparsa di Yara Gambirasio, il cui cadavere venne trovato tre mesi dopo in un campo a Chignolo d'Isola, a qualche chilometro da Brembate. Quando la polizia scientifica trovò delle tracce di DNA maschile sui vestiti di Yara (che venne repertato come Ingoto 1), la pm Ruggeri decise di sottoporre l’intera popolazione della zona ai test biologici, procedura mai tentata prima, e che porterà dopo anni alla risoluzione del caso con l'identificazione di Ignoto 1 con Massimo Bossetti, che verrà poi condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio della 13enne il 12 ottobre 2018, nonostante si sia sempre dichiarato innocente e continui a farlo dopo anni.

Tante le polemiche che sono circolate intorno alla figura della dottoressa Ruggeri. E non solo. La donna è stata anche indagata per frode processuale dopo una denuncia dello stesso Bossetti contro un giudice e una cancelleria della Corte d'assise di Bergamo in ordine ai reperti del processo che portarono alla sentenza nei confronti del muratore di Mapello. Inchiesta che è stata archiviata a settembre del 2024 dal Gip di Venezia. Letizia Ruggeri "non nascose" le 54 provette contenenti campioni di DNA prelevati sugli abiti di Yara Gambirasio, semplicemente era convinta che "l'esito raggiunto dagli accertamenti tecnici durante le indagini preliminari sulla base del dna nucleare non potesse essere messo in discussione da ulteriori analisi sul Dna mitocondriale", si legge in un passaggio del complesso provvedimento di archiviazione lungo 25 pagine firmato dal gip di Venezia Alberto Scaramuzza che scagiona la magistrata.

I reperti di cui si parla sono le 54 provette con i campioni di Dna sul caso dell’omicidio di Yara, che erano state spostate dopo la condanna di Bossetti nel 2018 dal frigorifero dell’ospedale San Raffaele di Milano all’ufficio corpi di reato del tribunale di Bergamo, su decisione di Ruggeri, perché "dentro non c'è più niente, non c'è più nulla che possa essere analizzato, perché il DNA di Bossetti che è stato utilizzato è stato tutto consumato nella fase delle indagini preliminari", stando a quanto aveva dichiarato e messo a verbale fin dal 2021 la pm.

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