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Cesena, minacciato e ricattato da coetaneo: 16enne ruba in casa e paga 3mila euro di pizzo

L’incubo del 16enne, fatto di continue minacce, ricatti e vessazioni, è durato mesi. La fine di tutto solo quando ha deciso che non ne poteva più e ha confessato la vicenda ai genitori che si sono rivolti poi alla polizia che in poco tempo ha scoperto il responsabile, un 17enne ora finito in comunità.
A cura di Antonio Palma
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Tutto è nato con un furto del telefonino in stazione a Cesena, quando vittima e ricattatore non si conoscevano nemmeno, ma da quel momento per un ragazzino di 16 anni è iniziato un incubo durato mesi, fatto di continue minacce, ricatti e vessazioni che l'hanno spinto a versare cospicue somme di denaro a un altro minorenne di 17 anni per un totale di oltre tremila euro. L'inferno è cessato solo quando il più piccolo ha deciso che non ne poteva più e ha confessato tutto ai genitori che si sono rivolti poi alla polizia facendo scattare le indagini che nelle scorse ore infine all'arresto del 17enne che è stato condotto in una comunità per minori.

Come ricostruito dagli inquirenti, il furto del telefono è stata l'occasione del 17enne per entrare in contatto con la vittima per potergli imporre il versamento di somme di denaro, inizialmente di poche decine di euro ma poi via via sempre più esose. Il ragazzo ha convinto la vittima prima con la promessa di restituire il cellulare ma poi con la minaccia di rivelare segreti intimi che erano presenti sullo stesso telefono. Infine è passato alle minacce di aggressioni fisiche e anche di morte. Il 16enne non ha raccontato niente ai genitori credendo che consegnando ogni settimana la paghetta o i soldi accumulati nel tempo il 17enne potesse accontentarsi lasciandolo stare. Il giovane invece ha alzato sempre di più la posta spingendo il 16enne a gesti estremi come rubare una collana d’oro alla famiglia. Quando la richiesta è salita a 5mila euro ha capito che da solo non ne sarebbe uscito. Le indagini del commissariato di polizia di Cesena in poco tempo hanno portato all'individuazione del responsabile, un 17enne incensurato che è stato quindi segnalato alla procura dei minorenni di Bologna che ha disposto il suo collocamento in una comunità.

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