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Cesare Battisti “incastrato” da Skype: dopo l’arresto ha telefonato alla figlia e al fratello

Dopo l’arresto Cesare Battisti ha fatto solo due telefonate, una alla figlia e una al fratello, entrambi in Italia. L’uomo è apparso remissivo e “consapevole di essere arrivato al capolinea”. La prima svolta nella sua cattura c’è stata a ottobre, quando utilizzò Skype per preparare la fuga subito dopo la vittoria di Bolsonaro alle elezioni brasiliane.
A cura di Davide Falcioni
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Prima ha telefonato alla figlia, poi al fratello. Sono le prime e finora uniche chiamate fatte da Cesare Battisti dopo essere atterrato a Roma questa mattina per poi essere trasferito nel carcere di Oristano, dove dovrebbe scontare la pena dell'ergastolo dopo una lunghissima latitanza in Brasile. Entrambe le telefonate, hanno fatto sapere fonti investigative, sono state fatte in Italia e l'ex terrorista sarebbe apparso molto remissivo ed avrebbe avuto l'atteggiamento di  una persona consapevole "di essere arrivato al capolinea della storia". L'ex terrorista dei Pac prima di imbarcarsi per l'Italia è rimasto seduto per due ore su una sedia e non ha chiesto nulla, neppure una bottiglia d'acqua. Una volta sull'aereo ha poi intervallato momenti di sonno a passaggi per ricostruire la sua fuga. Arrivato a Roma, infine, si è complimentato con gli investigatori e li ha ringraziati per il trattamento che gli hanno riservato dopo l'arresto, fornendogli anche il giubbotto che indossava quanto è sceso dalla scaletta dell'aereo.

La "caccia finale" a Cesare Battisti è arrivata a una svolta decisiva il 16 ottobre: i primi controlli sull'ex terrorista e sulla sua rete di ‘protezione' sono cominciati quel giorni ed è emerso che l'uomo, arrestato sabato pomeriggio a Santa Cruz de la Sierra dopo la sua fuga dal Brasile, ha utilizzato anche il suo profilo Skype ‘Cesare 1900′. E' quanto risulta dalle indagini della Digos di Milano e del sostituto pg Antonio Lamanna che, grazie e un sofisticato sistema di monitoraggio, hanno individuato gli spostamenti dell'ex componete dei Pac. La prima richiesta avanzata dalla polizia alla Procura generale milanese è stata poi quella di poter intercettare i telefoni ‘sospetti' intestati a prestanome o a persone vicine a Battisti che l'hanno supportato nella sua fuga, risalente proprio al 16 ottobre scorso. Una data significativa per il destino dell'ex Pac: infatti quel giorno l'allora candidato alla presidenza del Brasile Jair Bolsonaro ha annunciato che in caso di vittoria avrebbe firmato "immediatamente" la sua estradizione in Italia. Da quel momento Battisti è diventato ‘un sorvegliato speciale'.

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