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Cervia, donna disabile abusata nel retro di uno stabilimento balneare

Una donna di cinquant’anni con disabilità sia fisica che psichica è stata violentata da un uomo di 36 nel retro di uno stabilimento balneare sul lungomare di Cervia.
A cura di Davide Falcioni
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Violenza sessuale, lesioni e violenza privata: sono le accuse mosse a S.M., un uomo di 36 anni di Riccione che è stato sorpreso da alcuni passanti, ancora semi nudo, nel retro di uno stabilimento balneare di Cervia mentre cercava di abusare di una donna disabile, che stava cercando di chiedere aiuto. Su ordine del pubblico ministero Stefano Stargiotti il trentaseienne è ora in carcere, in attesa dell’udienza di convalida davanti al giudice, difeso dall’avvocato Riario Fabbri. L'indagato ha diversi precedenti ed è in cura al Sert. La vittima è una donna di circa 50 anni, considerata dagli inquirenti non capace di intendere e di volere, con una invalidità permanente e certificata, tanto che può camminare solo grazie a un deambulatore. Stando a quanto ricostruito dai carabinieri di Cervia Milano Marittima lunedì sera il 36enne avrebbe incrociato la cinquantenne in viale dei Mille, a Cervia, e avrebbe dato vita alla violenza sessuale.

Sempre sulla base delle ricostruzioni dei militari, riportate da Il Resto del Carlino, il trentaseienne avrebbe baciato e palpeggiato la donna, per poi spingerla in uno dei primi stabilimenti balneari del lungomare Deledda, portarla dietro un magazzino poco distante dalla strada e lì, approfittando della sua condizione di inferiorità fisica e psichica, e della conseguente impossibilità di reagire, ha cominciato a sopraffarla, proseguendo con i baci e i palpeggiamenti. Dopo aver spogliato la donna, lui stesso si è denudato. I lamenti della vittima sono stati uditi dalla strada da alcuni passanti, che hanno chiesto l'intervento del 112. Pochi minuti più tardi sul posto sono giunti i carabinieri che hanno colto in flagrante l’uomo. La cinquantenne  è stata accompagnata in ospedale, dove le sono state riscontrate lesioni giudicate guaribili in dieci giorni, quindi affidata a una casa famiglia.

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