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Caterpillar, gli operai occupano la superstrada a Jesi contro i 189 licenziamenti

Gli operai della Caterpillar, multinazionale USA che produce cilindri per macchine movimentazione terra e che un mese fa ha annunciato la chiusura del sito di Jesi, hanno occupato una delle due carreggiate della superstrada SS76 che collega le Marche con l’Umbria.
A cura di Davide Falcioni
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Circa 200 operai della Caterpillar, multinazionale statunitense che produce cilindri per macchine movimentazione terra e che un mese fa ha annunciato la chiusura del sito di Jesi, hanno occupato una delle due carreggiate della superstrada SS76 che collega le Marche con l'Umbria all'altezza dell'uscita di Jesi Est, bloccando il traffico. Il sit in è terminato dopo mezz'ora. I manifestanti con bandiere e striscioni hanno marciato in direzione Fabriano per poi tornare indietro. L'occupazione è avvenuta al termine di un incontro di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Rsu, all'interno dello stabilimento, con l'azienda e rappresentati di Confindustria collegati da remoto. La zona è stata presidiata dalle forze dell'ordine, e i manifestanti hanno sventolato le bandiere dei sindacati, scandendo lo slogan "Senza tregua nella lotta, il lavoro non si tocca" e spargendo fumogeni. I lavoratori si erano messi in sciopero dalle 9, in vista dell'incontro.

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Stando a quanto riferisce a Fanpage.it Tiziano Beldomenico, segretario regionale della Fiom, nel corso del vertice l'azienda – che ha nominati l'advisor internazionale Ernst & Young per la vendita – avrebbe manifestato la disponibilità a cedere lo stabilimento jesino ad acquirenti interessati entro la data del 23 febbraio: poco più di un mese, dunque, per trovare imprenditori che vogliano rilevare il sito di via Roncaglia, dopo di che l'azienda farà partire ufficialmente le procedure di licenziamento per i 189 lavoratori. I sindacati, dal canto loro, hanno chiesto più tempo, nella consapevolezza che in appena quaranta giorni sia estremamente difficile trovare un acquirente e definire condizioni accettabili anche per i dipendenti. In particolare, le organizzazioni dei lavoratori hanno chiesto che non venga fatto il cosiddetto "spezzatino" che lascerebbe parte degli operai a piedi. Prime risposte arriveranno il 20 gennaio: un imprenditore che ha manifestato interesse, titolare di una realtà lombarda, potrebbe quel giorno visitare il sito di Jesi. "Si tratta – ha spiegato Beldomenico – di un imprenditore che produce cilindri per macchine di movimentazione terra, ma che non ha tra i suoi clienti la Caterpillar". Il sindacalista ha aggiunto che è intenzione dei lavoratori spostare il tavolo della trattativa al Mise, affinché anche il Governo prenda in carico il caso e si impegni a risolverlo nel migliore dei modi. "Abbiamo respinto – fanno sapere i sindacati – la richiesta dell’azienda di iniziare la discussione su tutti gli strumenti e/o azioni diversi dalla reindustrializzazione ritenendo prioritario l’obbiettivo della continuità produttiva del sito. Infine, abbiamo chiesto che anche Caterpillar, al pari del sindacato, chieda la convocazione di un tavolo presso il Mise affinché anche il ministero faccia assumere a questa vertenza un’importanza di livello nazionale e non relegata solo all’interesse delle istituzioni locali. A tal fine, mercoledì 19 gennaio si terrà un presidio di Fim Fiom Uilm alla presenza di tutte le lavoratrici e lavoratori a Roma presso il Mise".

Nel frattempo Marco Como, operaio 54enne della Caterpillar, nei giorni scorsi ha inviato un'accorata lettera al Presidente del Consiglio Mario Draghi e ai presidenti di Senato e Camera Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico: "Dal 10 dicembre, data dell’annuncio della chiusura, insieme ai colleghi sto vivendo un disperato conto alla rovescia. Se entro il 23 febbraio non verrà sospesa o revocata la procedura di licenziamento ci ritroveremo senza prospettive, senza fonti di reddito per noi e le nostre famiglie. Ci sentiamo malati terminali e il 10 gennaio siamo tornati al lavoro con la morte nel cuore". A Governo e Parlamento, il lavoratore chiede: "Il Mise blocchi i licenziamenti, si apra una vertenza a livello nazionale perché quello che è accaduto a noi potrebbe capitare a chiunque, sono tutti a rischio".

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