Caso Scattone, la rabbia della madre di Marta Russo: “Ha ucciso, non può insegnare”

Giovanni Scattone a giorni salirà in cattedra per insegnare in un istituto della capitale. La notizia, trapelata alcuni giorni fa, continua a far discutere. E addolora, in particolare, i genitori di Marta Russo, la studentessa uccisa da un colpo di pistola partito dalla facoltà di giurisprudenza della “Sapienza” il 9 maggio del 1997. Giovanni Scattone è stato condannato per quell’omicidio. Il professore, che si è sempre dichiarato innocente, ha superato il concorso del 2012, e può tornare in cattedra dal momento che la Suprema Corte ha stabilito, a suo tempo, che non venisse applicata la pena accessoria di interdizione all’insegnamento. Già anni fa aveva suscitato clamore la notizia di una sua supplenza al liceo scientifico Cavour, quello che aveva frequentato Marta Russo, tanto che alla fine aveva rinunciato. E nuove polemiche ci sono adesso che ha ottenuto una cattedra.
Il dolore dei genitori di Marta Russo – Aureliana, la mamma della studentessa, al quotidiano Repubblica ha detto che è assurdo che Scattone continui a insegnare. “Non è la prima volta – ha commentato la donna -, ed ancora restiamo sconvolti. Non si può pensare che una persona del genere, che non ha neanche mai chiesto perdono, possa fare l'educatore”. “Provo rabbia. Tanta”, ha spiegato la signora Aureliana. “Io non dico che non debba avere un lavoro, ma almeno non quello di trasmettere nozioni e valori a ragazzi. Quest'uomo – ha detto ancora – in 18 anni non mi ha mai chiamato, nemmeno una volta, per chiedere scusa, perdono, a me e alla mia famiglia. Le sembra una persona riabilitata o che abbia capito il suo sbaglio?. A me no. Perché oggi Marta avrebbe 40 anni. E l'ultima volta che l'ho potuta abbracciare ne aveva 22”. Anche il padre di Marta Russo si è detto infastidito dalla totale mancanza di buon senso di Scattone: “Se ne avesse solo un briciolo, rinuncerebbe all'insegnamento: un assassino non può entrare in una classe di ragazzi e impartire lezioni su come funzionano e si gestiscono le emozioni”.
Lo sfogo di Giovanni Scattone – Alcuni quotidiani hanno descritto anche quella che, invece, sarebbe stata la reazione dello stesso Scattone al clamore suscitato dal suo incarico al liceo. “La verità è che un altro lavoro, diverso dall'insegnante, io lo farei volentieri. Solo che a quasi 50 anni, faccio fatica a trovarlo – avrebbe detto l’insegnante a qualche amico -. Sono stufo di queste polemiche, ogni anno è la stessa storia e ormai sono 10 anni che insegno nei licei. Per 10 anni ho fatto il supplente, ho insegnato storia e filosofia e con i ragazzi mi sono trovato sempre bene, anche loro con me. Ora ho vinto questo concorso, anzi l'ho vinto tre anni fa per insegnare Filosofia e Scienze Umane e non c'entra niente la Buona Scuola, sarei entrato comunque, per la regola del turnover”.