Caso Matacena: Scajola va ai domiciliari, Chiara Rizzo resta in carcere

Claudio Scajola andrà ai domiciliari, mentre resta in carcere Chiara Rizzo. Lo ha deciso il Tribunale della libertà di Reggio Calabria che ha rigettato il ricorso presentato dagli avvocati Alfredo Biondi e Bonaventura Candido, nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex ministro lo scorso 8 maggio, accusato di aver favorito la latitanza dell’imprenditore ed ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, ed ora a Dubai. Contestata la decisione dei giudici da parte degli avvocati della Rizzo, che parlano di "due pesi e due misure" per i due imputati. Scajola sarà dunque trasferito nella sua casa di Imperia "in giornata e i tempi dipenderanno dalla disponibilità di scorte degli agenti della polizia penitenziaria che se ne occuperanno", spiega Giorgio Perroni, avvocato dell'ex parlamentare berlusconiano.
Nuovi particolari dall'interrogatorio di Scajola
Nel frattempo emergono nuovi particolari dall’interrogatorio di Scajola di fronte ai Pm nel quale l’ex ministro ha detto la sua verità sui rapporti con la Rizzo e chiarito di “non aver mai fatto affari con nessuno”, in relazione al caso dell'appartamento di Roma, vista Colosseo: “Sulla vicenda sono politicamente morto, per due motivi: uno perché la cosa era eclatante e spaventosa, secondo per la mia verità che è diventata la verità nella motivazione della sentenza di primo grado". E ha lanciato una frecciata a Silvio Berlusconi: “Non credevo, e ho detto la mia delusione nei suoi confronti, che Berlusconi non mi mettesse in una lista di 21 persone dove eri scelto con le preferenze” dice in relazione alla sua mancata candidatura alle elezioni Europee.
Il caso Matacena
Scajola è stato arrestato giovedì 8 maggio a Roma dalla direzione investigativa antimafia (DIA) di Reggio Calabria, con l’accusa di aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena, ex parlamentare di Forza Italia ora latitante a Dubai. Arrestate nell’ambito della stessa inchiesta anche altre cinque persone: Raffaella De Carolis, madre di Matacena, Martino Politi e Maria Grazia Fiorsalisi, rispettivamente assistente e segretaria di Matacena, la segretaria di Scajola, Roberta Sacco, e Antonio Chillimi. Oltre, naturalmente, a Chiara Rizzo e allo stesso Matacena, già condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa a 5 anni di carcere, per i suoi presunti rapporti con la cosca di ‘ndrangheta dei Rosmini di Reggio Calabria.