Caso Forteto, arrestato il “profeta” Rodolfo Fiesoli: malore prima di andare in carcere

Questa mattina è stato arrestato il “profeta” Rodolfo Fiesoli, settantaseienne ex capo della comunità di recupero per minori del Forteto, a Vicchio del Mugello (Firenze). Le manette sono scattate dopo che, ieri sera, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 15 anni e 10 mesi di reclusione per gli abusi sessuali e le violenze nella comunità in Toscana. Fiesoli è stato prelevato dai carabinieri nella sua abitazione di Pelago, nel Mugello, e poi è stato condotto in caserma. Da lì è stato quindi trasferito nella caserma di Pontassieve e al termine delle formalità è stato condotto nel carcere fiorentino di Sollicciano. Il settantaseienne ha anche avuto un malore dopo l’arresto e per questo è stato portato all'ospedale di Ponte a Niccheri per una visita. Da quanto emerso, ai carabinieri che intorno alle 11 di questa mattina si sono presentati a casa sua Fiesoli è apparso sorpreso: apparentemente non si aspettava l’ordinanza di esecuzione della pena. L’uomo è rimasto in silenzio e ha riempito una borsa coi suo effetti personali prima di lasciare la casa.
Confermate quasi tutte le condanne – Fiesoli deve scontare un residuo di pena di 14 anni, 8 mesi e 17 giorni. Per solo uno dei casi di violenza sessuale contestati i giudici della Cassazione hanno disposto un processo bis d'appello a Firenze per ricalcolare gli anni della pena. Sul resto delle accuse, la Cassazione ha rigettato il ricorso di Fiesoli, come quelli di altri imputati minori. Per i giudici, la vita nella comunità del Forteto è stata “una esperienza drammatica, a tratti criminale”. La prescrizione è stata interamente dichiarata per i fatti contestati a Luigi Goffredi, braccio destro di Fiesoli, che era stato condannato a 7 anni in appello. La sentenza della Cassazione ha aperto la strada ai risarcimenti alle vittime.