Caso Cucchi, la richiesta dei Pm: “Condannate tutti: medici, infermieri e agenti”

Tutti imputati sotto processo per la morte di Stefano Cucchi sono da condannare. E' la richiesta generale del pm ai giudici della III corte d'assise di Roma al termine della requisitoria nel processo, tenutosi nell'aula bunker di Rebibbia, riguardante il caso del decesso del geometra arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e morto una settimana dopo all'ospedale ‘Sandro Pertini'. Queste le richieste: per il dottor Aldo Fierro, responsabile del reparto di medicina protetta dell'ospedale Pertini 6 anni e 8 mesi. Per la dottoressa Stefania Corbi sono stati chiesti 6 anni. Per Luigi Preite de Marchis e Silvia Di Carlo, 5 anni e 6 mesi. Per gli infermieri Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe, il pm Maria Francesca Loy ha sollecitato la pena di 4 anni. Due anni di reclusione è la richiesta per per gli agenti di polizia penitenziaria Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici. A vario titolo e a seconda delle posizioni, sono accusati di abbandono di incapace, abuso d'ufficio, favoreggiamento, falsità ideologica, lesioni ed abuso di autorità. La sentenza il prossimo 22 maggio.Per quella data infatti il presidente ha stabilito l'ultima udienza. Fitto i calendario: la prossima udienza è in programma il 10 aprile quando è previsto l'intervento della parte civile. Il 17 aprile i primi interventi dei difensori.
Tre sono i punti focali che secondo la pubblica accusa emergono dal processo per la morte del giovane: "Stefano Cucchi è stato picchiato (da parte di agenti della Penitenziaria,ndr) nelle celle del tribunale di piazzale Clodio in attesa del processo di convalida perchè pretendeva cure per la sua crisi d'astinenza in cui probabilmente si trovava; "fu ricoverato al Pertini pur essendo gravi le sue condizioni"; "la condotta del personale sanitario dell'ospedale fu caratterizzata da lacune, omissioni e incurie che rivelano un vero e proprio e stato di abbandono del paziente che essendo detenuto non poteva scegliere da chi farsi curare". Queste le conclusioni a cui è giunto detto il pm Vincenzo Barba nella requisitoria del processo.
Il racconto del supertestimone: "Ho sentito le botte" – Così ha continuato il pm parlando del cosiddetto ‘supertestimone' del caso, un immigrato che fu condotto in carcere lo stesso giorno del giovane geometra poi deceduto. "Samura, testimone oculare, ha parlato delle lesioni avute da Cucchi, ci ha mostrato come lui gli fece vedere il colpo ricevuto sulla gamba. E quando trovammo i pantaloni che aveva indosso la vittima abbiamo avuto l'ulteriore conferma della veridicità del racconto di Samura. Vedendo le ‘strisciate' di sangue all'interno della gamba del pantalone si capisce". Per l'accusa "l'aggressione si consumò prima che Stefano fosse portato in aula per l'udienza di convalida del suo arresto". Barba ha parlato di "numerosissimi testimoni che dicono che Cucchi chiamava con insistenza le ‘guardiè. Forse era in crisi d'astinenza perché chiedeva con insistenza le medicine. Non si sa perché, nonostante queste insistenze arroganti, le medicine non gli furono somministrate nemmeno dai volontari di Villa Maraini presenti", ha detto il pm.