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Processo sulla morte di Stefano Cucchi

Caso Cucchi, concluso incidente probatorio. Ilaria: “Oggi vedo giustizia per mio fratello”

La sorella del geometra romano morto nel 2009 dopo l’arresto: “La tesi della morte per epilessia non ha retto. In tribunale si è parlato delle botte e delle lesioni conseguenti a quelle botte, collocandole correttamente nel tempo. È stato riconosciuto dai periti che la morte è dovuta ai traumi subiti”.
A cura di Davide Falcioni
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"Sette anni. Ma oggi vedo fare giustizia per mio fratello. Mi viene da piangere per l'emozione". Sono le parole pronunciate da Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ieri al termine dell'incidente probatorio sulla perizia richiesta dal giudice per le indagini preliminari nell'ambito dell‘inchiesta bis sulla morte del geometra romano. "La tesi della morte per epilessia non ha retto". Nell'aula di tribunale, infatti, si è parlato "delle botte e delle lesioni conseguenti a quelle botte, e collocandole correttamente nel tempo. È stato riconosciuto dai periti che la morte è dovuta ai traumi subiti". Anche l'avvocato Fabio Anselmo, che assiste la famiglia Cucchi, si è detto soddisfatto di quanto emerso ieri davanti al Gip: "Avremo un processo per omicidio, ne sono convinto. Sono molto soddisfatto per l'udienza di oggi, l'ipotesi della morte per epilessia è stata letteralmente demolita".

La tesi dei carabinieri indagati: "Cucchi è morto per epilessia"

Nell'inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi sono iscritti nel registro degli indagati i carabinieri Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro, Francesco Tedesco per lesioni personali aggravate e abuso d'autorità, e Vincenzo Nicolardi e Roberto Mandolini per falsa testimonianza. Maria Lampitella, legale di Raffaele D'Alessandro, ha commentato l'esito dell'incidente probatorio dichiarando: "La mia opinione su questa udienza fiume e che si è compiuta la teoria del colpevole a tutti i costi e tutto per una morte che credo sia dovuta alla natura e non per fatti esterni". I difensori dei militari, dunque, sembrano sposare decisamente la tesi della morte per epilessia, nonostante la stessa perizia delle scorse settimane l'abbia definita "priva di riscontri oggettivi". Ciò nonostante l'avvocato Antonella De Benedictis, difensore di uno dei carabinieri indagati, ha dichiarato: "La morte improvvisa per epilessia è una ipotesi suffragata da evidenze scientifiche e cliniche, da considerarsi per esclusione, e in questo caso non si può arrivare a una conclusione diversa. Cucchi era fortemente ipoglicemico e l'ipoglicemia è uno dei fattori scatenanti dell'epilessia. Inoltre non bisogna sottovalutare che il povero Stefano Cucchi, al quale va la mia vicinanza umana, aveva un indice di massa corporea di 14. Siamo a livelli da Auschwitz".

Caso Cucchi: cosa accadde tra il 15 e il 22 ottobre 2009

Era il 15 ottobre del 2009 quando Stefano Cucchi venne arrestato nei pressi del Parco degli Acquesotti di Roma dopo essere stato sorpreso con 28 grammi di hashish e pochissimi di cocaina: intorno all'una e 30 di quella notte i carabinieri lo accompagnarono a casa e perquisirono la sua camera da letto, salvo non trovare tracce di droga e decidere, di conseguenza, di riportare Cucchi in caserma all'Appio Claudio chiudendolo in una cella di sicurezza. All'inizio del processo per direttissima, l'indomani mattina, il geometra romano si presentò con ematomi intorno agli occhi e al volto che la sera prima non erano presenti: malgrado le sue precarie condizioni di salute il giudice decise di convalidare l'arresto e, in attesa di una nuova udienza, trasferire Cucchi a Regina Coeli. Le condizioni di Stefano peggiorano ora dopo ora: il giovane viene trasportato all'ospedale Fatebenefratelli dove gli vengono riscontrate lesioni ed ecchimosi alle gambe e al viso, frattura della mascella, emorragia alla vescica, lesioni al torace e due fratture alla colonna vertebrale. Ne viene chiesto il ricovero, Stefano rifiuta e viene riportato nella sua cella fin quando le sue condizioni non peggiorano ulteriormente: viene ricoverato al Sandro Pertini, dove muore il 22 ottobre. Nell'obitorio, dopo numerosi tentativi, i familiari di Stefano riescono a vederlo: il corpo del ragazzo pesa meno di 40 chili e presenta evidenti lividi.

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