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Caldaia guasta non viene riparata, 34enne salvata dal monossido di carbonio: sarà risarcita con 270mila euro

Un’infermiera di 34 anni era stata salvata per miracolo dai Vigili del Fuoco da un’intossicazione da monossido di carbonio nel marzo 2016. Dopo il ricovero, aveva dovuto affrontare un recupero lungo e faticoso. A distanza di 9 anni il Tribunale di Pisa ha stabilito che la società che aveva installato la caldaia (da cui era fuoriuscito il monossido) risarcisca la donna con 270mila euro per i danni e le spese legali.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio
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Nel marzo del 2016 un‘infermiera di 34 anni era miracolosamente sopravvissuta a un'intossicazione da monossido di carbonio. Era stata trovata dai soccorritori a terra, priva di sensi, nella sua casa di Volterra. Dopo essere stata ricoverata in codice rosso a Pisa, si era ripresa ma il recupero era stato lungo e faticoso.

A distanza di 9 anni dall'accaduto il Tribunale di Pisa ha deciso che la società che aveva provveduto all'installazione la caldaia da cui era fuoriuscito il monossido paghi alla donna un risarcimento di 270mila euro per i danni e per le spese legali. Il tecnico mandato dalla società, infatti, era intervenuto sulla caldaia pochi giorni prima per anomalie non risolte.

Stando alla perizia disposta dai giudici, riportata dal Corriere Fiorentino, l’incidente sarebbe da ricondurre "a due cause, una di carattere prettamente tecnico, determinata dalla non corretta installazione dell’impianto, l’altra di carattere funzionale, dovuta al malfunzionamento della caldaia che presenta parametri di emissione assolutamente fuori norma".

Elementi che erano stati confermati anche durante i sopralluoghi effettuati il giorno successivo all'incidente dai Vigili del Fuoco. I dati raccolti erano stati quindi raccolti ed elaborati dai periti incaricati di far luce sulla vicenda e di ricostruire l'esatta dinamica dei fatti dal tribunale pisano.

Dalle evidenze raccolte era inoltre emerso che, se i soccorritori fossero intervenuti soltanto pochi minuti dopo, molto probabilmente la donna non sarebbe sopravvissuta.

Il risarcimento ha tenuto in considerazione anche le difficoltà affrontate durante la degenza. Dopo un mese, la 34enne era stata dimessa e trasferita in un centro di riabilitazione per tentare di risolvere "deficit cognitivi e disturbi psichici di sindrome post-intervallare in paziente con recente intossicazione acuta accidentale da monossido di carbonio".

Le conseguenze dell'incidente l'avevano costretta a un lungo periodo lontana dal lavoro, poi era tornata con mansioni di ufficio e solo nel 2021 era riuscita a riprendersi del tutto e a rientrare in servizio.

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