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Calce edilizia e acqua contaminata sul pesce: sequestrato uno stabilimento a Catania

Avrebbero utilizzato calce edilizia anziché alimentare per la lavorazione di di baccalà e stoccafissi. E’ la grave accusa mossa alla Jonica Pesca snc di Acireale, uno stabilimento specializzato nel settore ittico sequestrato preventivamente dalla Guardia Costiera e dai carabinieri del Noe su disposizione della Procura di Catania.
A cura di Davide Falcioni
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Avrebbero utilizzato calce edilizia anziché calce alimentare per la lavorazione di di baccalà e stoccafissi. E' la grave accusa mossa alla Jonica Pesca snc di Acireale, uno stabilimento specializzato nel settore ittico sottoposto a sequestro preventivo dalla Guardia Costiera e dai carabinieri del Noe su disposizione della Procura di Catania.

Secondo gli inquirenti la società avrebbe commercializzato prodotti alimentari adulterati e contraffatti, impiegando nello stabilimento acqua proveniente da un pozzo artesiano con un alto tasso di batteri coliformi, così come evidenziato dalle analisi dell’Azienda sanitaria provinciale. All’amministratore e legale rappresentante della società, Giuseppe Valastro , è stato notificato il divieto di dimora.

La “Jonica Pesca” è una delle principali società siciliane del settore ittico e si occupa di stoccaggio, lavorazione e trasformazione di pesci, crostacei e molluschi. L'inchiesta ha avuto inizio alla fine del 2018, dopo un controllo effettuato dalla Guardia Costiera per verificare il rispetto delle norme nazionali e comunitarie sulla filiera ittica: nel corso delle ispezioni dei locali dell’azienda sono emersi altri illeciti, come reati ambientali e violazioni delle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Gli inquirenti hanno constatato l’assenza di documentazione di autorizzazione allo scarico e di quella che attestava i campionamenti di monitoraggio delle acque utilizzate per la lavorazione del prodotto ittico. A dispetto di quanto dichiarato, infatti, la società non si sarebbe limitata alla sola conservazione e commercializzazione dei prodotti ittici, ma anche alla lavorazione, trasformazione, affumicatura ed al confezionamento. Come se non bastasse, nello stabilimento sono state trovate le telecamere di video-sorveglianza non autorizzate da parte dell’Ispettorato del Lavoro.

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