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Cadaveri nelle valigie a Firenze, chiesto rinvio a giudizio per la presunta killer Elona Kalesha

Chiesto il rinvio a giudizio per la 35enne Elona Kalesha accusata dell’omicidio dei coniugi Pasho scomparsi a Firenze nel 2015. I resti dei due furono ritrovati nel dicembre del 2020 all’interno di quattro valigie.
A cura di Gabriella Mazzeo
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La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per Elona Kalesha, la 35enne accusata dell'omicidio dei coniugi Shpetim e Teuta Pasho scomparsi nel 2015. I resti dei due sono stati ritrovati nel dicembre del 2020 in quattro valigie abbandonate a Firenze, nei pressi della Firenze-Pisa-Livorno, accanto al carcere di Solliciano. La donna avrebbe ucciso i genitori del suo ex compagno Taulant Pasho per mantenere il segreto sulla gravidanza che stava portando a termine: i due coniugi avevano infatti scoperto che Taulant non era il padre biologico del piccolo in arrivo. Secondo le indagini, la 35enne avrebbe agito in concorso con persone al momento ignote. L'udienza preliminare sul caso è stata fissata per il 3 dicembre 2021.

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Le valigie ritrovate nel dicembre 2020

Il 22 dicembre del 2020 i carabinieri hanno arrestato Elona Kalesha per l'omicidio dei due coniugi Pasho scomparsi nel 2015. Sottoposta a sequestro anche la casa dove la donna viveva in via Felice Fontana e quella di un'altra abitazione di Firenze dove la donna aveva convissuto con il figlio di Shpetmi e Tauta Pasho. Nel 2016 furono trovati all'interno dello stesso locale sei chili di marijuana: per questo scattarono le manette nei confronti di Taulant Pasho. L'accusa per la 35enne è quella di omicidio e vilipendio di cadavere.La donna avrebbe ucciso i due coniugi proprio all'interno della sua abitazione di via Felice Fontana. Le indagini sono iniziate il 10 dicembre del 2020 quando il proprietario di uno degli appezzamenti di terreno nei pressi del carcere di Sollicciano ha segnalato la presenza della prima valigia.Agli inquirenti ha detto di averla aperta e aver trovato il busto di un uomo bianco tra i 40 e i 60 anni. Sono intervenuti sul posto i carabinieri di Firenze e i cani molecolari del nucleo cinofili di Bologna. La seconda valigia è stata individuata l'11 dicembre 2020: all'interno del trolley vi erano i resti di un altro cadavere. Gli accertamenti hanno poi chiarito che i resti trovati nel secondo borsone non erano compatibili con il busto trovato nella prima valigia.

Lunedì 14 dicembre viene individuata la terza valigia, contenente un altro tronco superiore appartenente a una donna. Con l'ultimo ritrovamento si inizia a parlare di Shpetim e Teuta Pasho, scomparsi nel nulla nel 2015. L'ultimo trolley viene ritrovato il 16 dicembre 2020. Le analisi confermano che i resti appartengono a Shpetim Pasho, l'uomo scomparso anni prima.

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