Emanuele Cosentino, boss della ‘ndrangheta, arrestato in Germania

Emanuele Cosentino era ricercato dal 2013 quando, sottrattosi a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa per associazione mafiosa ed estorsione aggravata da metodo mafioso, aveva cominciato una lunga latitanza. Nel pomeriggio del 2 marzo l'uomo, 32 anni ed elemento di spicco della cosca Gallico attiva nella zona di Palmi, è stato arrestato dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria a Saarbrücken, in Germania.
Cosentino è considerato un boss della ‘ndrangheta dopo l'arresto del cognato Domenico Nasso. Era in sua vece che gestiva il giro delle estorsioni e che poi gli procureranno una condanna in appello a sette anni di reclusione, a cui si è sottratto sinora con la latitanza in Germania. A giugno del 2017, però, è stato destinatario di un mandato di arresto europeo, cui segue un'intensa attività di indagine della durata di dieci mesi e il coronamento dell'operazione con l'arresto del pomeriggio del 2 marzo a Saarbrücken, nella Saar. Cosentino è stato fermato mentre era alla guida di un'auto con targa tedesca. Nella vettura c'era anche sua moglie, che di recente aveva raggiunto il marito da Palmi. I due, muniti entrambi di documenti identificativi falsi, non hanno opposto resistenza, né erano in possesso di armi.
I militari sono riusciti a rintracciare Cosentino studiando i comportamenti dei familiari. Nonostante fosse ritenuto pressoché certo che il criminale avesse riparato all'estero, ignota era la località in cui si nascondeva. I carabinieri hanno tuttavia notato che Cosentino continuava a sentire la famiglia e, del resto, il suo ultimo figlio, il quinto, era nato proprio durante la latitanza. È grazie a questa incessante operazione di controllo che i militari hanno potuto seguire la moglie del boss fino al Land tedesco al confine con la Francia e far scattare l'operazione che ha portato all'arresto del criminale.