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Bonus merito ai prof, via alla valutazione ma ogni scuola fa a modo suo

Ogni scuola può decidere come assegnare i premi al merito ai docenti previsti dalla riforma, ma i sindacati non ci stanno e lanciano un referendum abrogativo: “I Bonus non vanno dati a discrezione dei dirigenti di istituto”.
A cura di Antonio Palma
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Si tratta di uno dei cardini della recente riforma della scuola, ma rischia ancora una volta di creare confusione e malcontento tra i docenti. Stiamo parlando del cosiddetto bonus di merito introdotto con la Buona Scuola con lo scopo di premiare i professori che si distinguono in ciascun istituto scolastico. Si tratta di un fondo di 200 milioni di euro per tutte le scuole italiane, con una media di 23mila euro lordi a istituto, che sulla carta dovrebbe premiare  gli insegnanti che si sono distinti per la loro capacità di innovare la didattica, di potenziare le competenze degli studenti e per il contributo dato al miglioramento della comunità scolastica. Il problema è che alle scuole è stata data ampia discrezionalità sui criteri di assegnazione del bonus così ogni istituto fa a modo suo viaggiando in ordine sparso.

Ci sono scuole che vorrebbero premiare i professori di lungo corso, quelle che preferiscono gli innovatori, quelle che vogliono premiare chi si distingue in attività extrascolastiche e quelle che cercano di fare un mix stabilendo punteggi tra le varie categorie, ovviamente del tutto discrezionali. I criteri sono stabiliti da un organo collegiale, composto dal preside  tre docenti, due genitori e per le superiori anche un rappresentante degli studenti, ma l’ultima parola però spetta sempre al dirigente.

Un meccanismo che per i critici del bonus docenti scatenerà solo rabbia e rivalità. Per questo i sindacati dei docenti hanno deciso di presentare quattro referendum abrogativi puntando ad eliminare il bonus. "Gli incentivi vanno distribuiti a un tavolo con le Rsu, non certo a discrezione dei dirigenti di istituto" attaccano i sindacati, contestando l’idea che il dirigente scolastico diventi anche autorità salariale, ma anche l'importo esiguo che premierà solo pochi a discapito degli altri.

I dirigenti scolastici dovranno consegnare al Miur la lista dei premiati entro il 31 agosto e in molte scuole in queste settimane si stanno mettendo a punto i criteri definitivi. Per questo lo stesso Ministero ha deciso di avviare un monitoraggio capire quello che sta succedendo ed eventuali difficoltà. Allo stesso tempo sul sito del Miur le scuole possono contattare degli esperti per sciogliere i dubbi o ricevere informazioni sul bonus. La raccomandazione generale è di "non distribuire il bonus in maniera troppo allargata", ma nemmeno di "destinarlo a un gruppo troppo esiguo di docenti". Del resto si tratta di una sperimentazione che avrà la durata di tre anni al termine dei quali il ministero "selezionerà i criteri più significativi e stenderà una lista unica uguale per tutti" a cui tutti si dovranno adeguare.

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