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Bologna, uccisa e fatta a pezzi dal fidanzato per soldi. “Voleva da lei 50mila euro”

Uccisa e fatta a pezzi per soldi. Questa è la pista seguita dagli inquirenti sul caso di Emma Pezemo, la 31enne morta a Bologna nella giornata di domenica. Accusato del delitto il fidanzato 43enne, già in cura per problemi psichici. L’uomo si è impiccato poco dopo l’omicidio. Su alcuni fogli il racconto della terribile esecuzione.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Uccisa e fatta a pezzi per soldi. Questa è l'inquietante pista seguita dagli inquirenti sul caso di Emma Pezemo, la 31enne morta a Bologna per mano del fidanzato Jacques Ngounet. La ragazza studiava per diventare operatrice sanitaria mentre il fidanzato 43enne, in cura per problemi psichici, viveva di impieghi saltuari. Ngounet avrebbe preteso 50mila euro dalla fidanzata. Secondo quanto da lui affermato in alcuni foglietti lasciati nella stanza nella quale si è impiccato dopo l'omicidio, la ragazza avrebbe dovuto restituire il prestito fatto negli anni. A confermarlo anche un  testimone con cui l'uomo si sarebbe confidato prima dell'omicidio. 

Sono ancora diversi i punti oscuri sulla drammatica vicenda. Emma è stata uccisa con un machete, poi il suo corpo è stato fatto a pezzi e gettato in un cassonetto dell'immondizia. La donna avrebbe trascorso con il fidanzato la giornata di sabato, come da consuetudine. Avrebbe dovuto fare ritorno nel suo appartamento nel centro storico di Bologna, ma le coinquiline non l'hanno più vista tornare. Per questo motivo hanno contattato Ngounet che però ha affermato di non sapere niente. "Non vi preoccupate per lei" avrebbe detto prima di interrompere la telefonata. A quel punto, le ragazze hanno contattato le forze dell'ordine per avviare le ricerche.

Gli agenti avrebbero cercato di contattare il 43enne per avere ulteriori informazioni, ma lui non ha risposto al telefono. Così lo hanno raggiunto presso la struttura nella quale era ospite, trovando una scena a dir poco inquietante. L'uomo si era impiccato con un cappio di fortuna lasciando alcuni fogli scritti in francese. Nel frattempo uno sconosciuto aveva chiamato il 113 per segnalare del sangue su un cassonetto della spazzatura in via Togliatti. Proprio qui è stato ritrovato il corpo della 31enne.

In alcuni biglietti rinvenuti nella stanza dell'assassino, la spiegazione di quanto accaduto e il racconto dell'esecuzione. Il contenuto dei biglietti resta però secretato. Le indagini sono state affidate alla squadra Mobile di Bologna. Ulteriori informazioni potrebbero emergere con l'autopsia disposta sui cadaveri dei due per le prossime ore. L'ipotesi è quella di omicidio-suicidio.

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