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Bologna: “Sei frocio?” E poi sputi, calci e pugni contro uno studente inglese in Erasmus

La vittima è un ragazzo britannico: insultato, pestato e derubato da tre italiani nell’indifferenza totale vicino via Indipendenza. Il sindaco Virginio Merola: “Bologna non è questo. Abbraccio simbolico di tutta la città alla vittima”.
A cura di Biagio Chiariello
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Il naso rotto e un trauma cranico. E poi l’umiliazione in pubblico: “Ehi, sei frocio?” È questo il bilancio dell’aggressione a sfondo omofobo avvenuta domenica sera a Bologna, in pieno centro, ai danni di uno studente inglese (nel nostro Paese nell’ambito del Progetto Erasmus. Secondo quanto ricostruito da Repubblica, tre italiani lo avrebbero apostrofato in malo modo da una macchina, prima discendere e inseguirlo per via Galliera. A quel punto, un membro del branco  lo avrebbe sbattuto al muro ed ha cominciato a malmenarlo. Pugni in faccia, calci, dita negli occhi e, infine, il furto dello zaino e del telefono che gli era caduto a terra. Ma la cosa che più di tutte ha scioccato la vittima è stata la totale indifferenza delle tante persone che avrebbero assistito al pestaggio. “Stavo mangiando una pizza seduto su una panchina prima di andare da un amico – racconta il ragazzo a Repubblica -. A un certo punto ho visto un’auto parcheggiata davanti a me e ho sentito qualcuno gridare: ‘Ehi, sei frocio?’. Ho alzato la testa in automatico ma non ho reagito, di solito questi insulti è meglio ignorarli, si fermano alle offese. Ho fatto finta di non sentire per via della musica che veniva dall’auto, ma loro hanno insistito, hanno cominciato a prendermi in giro, gridavano: ‘Allora sei frocio? Ma perché sei frocio? Vuoi cinquanta euro per salire in macchina?’”. A quel punto gli avrebbero sputato addosso più volte.

Il giovane studente pensava fosse finita, lì in realtà era appena cominciata "Stavo per chiamare il mio amico – ricorda – e raccontargli quello che era successo quando ho sentito dei passi di corsa dietro di me. Uno dei ragazzi mi ha spinto contro un muro e nello spazio di sei secondi mi ha riempito di pugni, calci in testa, ha provato a infilarmi i pollici negli occhi. Quando mi sono rialzato mi ha trattenuto per lo zaino, così me lo sono sfilato per scappare. Poi ha guardato cosa c'era nel mio zaino e ha raccolto il mio telefono" racconta. Solo una ragazza, ad un certo punto, si è decisa a chiamare il 112 per chiedere aiuto, mentre le altre persone a cui il giovane aveva chiesto aiuto non sono intervenute. Ma, stando a quanto riferisce la stessa vittima, dall’altra parte hanno risposto che, se l’aggressione era già finita, c’era ben poco da fare. Alla fine, il giovane insieme al suo amico, è andato prima a farsi medicare al pronto soccorso del Sant’Orsola, poi il giorno dopo ha denunciato tutto alla polizia.

"Al ragazzo inglese che ha subito un ignobile pestaggio nell’indifferenza generale va il nostro sostegno e l’abbraccio simbolico di tutta la città", scrivono in una nota il sindaco Virginio Merola e Susanna Zaccaria, assessore ai diritti Lgbt. "Vogliamo pensare a lui non come ad una vittima ma come a un nostro concittadino che ha scelto Bologna per i suoi studi, testimoniando la tradizione di una città aperta e accogliente. E’ vero, nessuna città è immune dall’omofobia e dal razzismo. Anche da questo episodio è arrivata una conferma, aggravata dal comportamento di chi non ha voluto prestare aiuto a questo ragazzo". "Per questo, per ribadire che Bologna non è questo – aggiungono -, ci auguriamo che siano individuati al più presto gli autori e annunciamo che il Comune è pronto a costituirsi parte civile in un futuro processo che accerterà le responsabilità di questo fatto".

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