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Bologna, schiaffi ai bambini in classe: maestra rilasciata. Il gip: “Non c’è dolo”

Era stata arrestata in seguito all’acquisizione delle forze dell’ordine di alcuni filmati che la mostravano intenta a mantenere l’ordine in classe con la violenza. Il giudice per le indagini preliminari, però, non è d’accordo con l’accusa: “Non c’è dolo nel suo operato. I provvedimenti contro di lei deve prenderli l’autorità scolastica”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sono pesantissime le accuse rivolte a una maestra di una scuola dell'infanzia a Bologna: maltrattamenti nei confronti dei bambini che avrebbe dovuto accudire. La donna sarebbe stata arrestata dopo che le forze dell'ordine hanno visionato le immagini delle telecamere installate in classe in seguito a una segnalazione di alcuni genitori. Un bambino costretto a stare composto per mangiare, un altro "rimesso in riga" con un calcio al braccio penzoloni, uno schiaffo sulla nuca a un altro bimbo. Per le forze dell'ordine, sono stati episodi sufficienti a far scattare l'arresto fuori dall'istituto.

La posizione dell'accusa, però, non è pienamente condivisa dal giudice per le indagini preliminari. Riconosce l'episodio, convalida l'arresto  ma ritiene che il reato "non si configuri". Rigetta quindi la richiesta dei pm di misura di cautelare (arresti domiciliari o interdizione alla professione). Le mamme di alcuni bambini avevano assistito per caso, nel mese di gennaio, a comportamenti definiti impropri da parte di un'altra insegnante dell'asilo: schiaffi sulle mani per farli mangiare. Così si installano le telecamere ed ecco che sono registrati una serie di episodi simili a carico però della donna ora indagata. Di tutti gli episodi registrati, però, soltanto 3 per il gip sono punitivi: gli altri, insomma, sono rimproveri verbali bruschi o al massimo "minacciosi". Diversi contatti fisici sono catalogati come "modi di imporre la posizione corretta". Non sarebbero però gesti che mirano ad arrecare danno psicologico e morale e non vi sarebbe, insomma, il dolo. I provvedimenti nei confronti dell'insegnante, secondo il giudice, sarebbero da prendere nell'autorità scolastica che la controlla e non in sede penale. La donna, poi, non si sarebbe nascosta dall'agire davanti a colleghe e personale scolastico, delineando così la "totale assenza di dolo" nelle sue azioni.

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