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Bisfenolo A in cibi e bevande, l’Efsa: “Dannoso per la salute, ridotta soglia sicura di 20mila volte”

L’Efsa ha deciso di abbassare a “scopo prudenziale” la dose giornaliera tollerabile di Bisfenolo A, molecola utilizzata anche nella produzione di contenitori per cibi e bevande: “Può essere pericolosa per lo sviluppo del sistema ormonale”.
A cura di Ida Artiaco
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L'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha lanciato un nuovo allarme sul Bisfenolo A: se assunta attraverso gli alimenti, la molecola, utilizzata nella produzione di contenitori in plastica per cibi e bevande, può infatti risultare nociva per la salute, in particolare può essere pericolosa per lo sviluppo del sistema ormonale e per il sistema immunitario.

È quanto è emerso da un nuovo studio condotto dagli esperti europei. Che il Bisfenolo A non fosse sicuro non è un fatto nuovo: dalla fine degli anni '90 la sostanza era sospettata di avere effetti avversi sulla salute in seguito alla migrazione nei cibi. Dal 2017 è stata classificata in Ue come candidata alla sostituzione e dal 2018 il suo uso è stato vietato nei biberon e in altri contenitori di alimenti per bambini di età inferiore ai tre anni. L'ultima analisi sulla molecola risale al 2015.

La nuova dose giornaliera tollerabile di Bisfenolo A

Negli ultimi giorni l'Efsa ha fatto di più. Ha stabilito la nuova dose giornaliera tollerabile in 0,2 nanogrammi (2 miliardesimi di grammo), in sostituzione del precedente livello temporaneo di 4 microgrammi (4 milionesimi di grammo), per chilogrammo di peso corporeo al giorno: circa 20mila volte più bassa, a "scopo prudenziale".

Negli studi più recenti "abbiamo osservato nella milza un aumento della percentuale dei linfociti del tipo T helper", ha dichiarato Claude Lambré, presidente del gruppo di esperti Efsa sui materiali a contatto con gli alimenti, che "potrebbe portare allo sviluppo d'infiammazione allergica polmonare e malattie autoimmuni".

Dove si trova il Bisfenolo A

Il bisfenolo A (BPA) è una sostanza chimica di sintesi prodotta dalla reazione tra due fenoli e una molecola di acetone. È una componente di base per la produzione del policarbonato, una plastica ampiamente utilizzata nella fabbricazione dei comuni beni di consumo.

Per cui, il suo uso è molto diffuso di quello che si pensi. Lo si trova in alcuni tipi di bottiglie e recipienti per alimenti, biberon, CD, DVD, stoviglie in plastica riutilizzabili, telefoni cellulari, bollitori nonché vari dispositivi medici e giocattoli. Il BPA può essere presente nelle plastiche con il codice di identificazione 3 o 7 o la dicitura PC, ma anche negli interni delle scatole di conserva e delle lattine per bevande. Può trovarsi anche in scontrini, biglietti per i mezzi di trasporto, ricevute bancarie o biglietti per i parcheggi e nelle plastiche PVC (cavi, pneumatici).

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