Bisceglie, pizzeria si scusa con la nuotatrice: “Fatta pagare per sbaglio la rimozione dei pomodori”

Una pizza senza pomodorini, un sovrapprezzo di 1,50 euro e un post social diventato virale. È così che un episodio avvenuto a Bisceglie ha innescato un’ondata di commenti e condivisioni online. Protagonista, la nuotatrice pugliese Elena Di Liddo, che in una storia Instagram ha raccontato la sua esperienza in una pizzeria sul porto, in pieno centro, sabato scorso.
A rispondere immediatamente è stata la pizzeria Mammamé, che ha voluto chiarire e scusarsi per quanto accaduto: "L’episodio contestato riguarda un addebito di € 1,50 per una modifica di pizza – spiegano in una nota –. Si è trattato di un mero errore materiale di cassa, visto che, in maniera evidente, la modifica consisteva nella rimozione di un ingrediente e non in un’aggiunta. L’errore, di cui comunque ci scusiamo, riguarda il pre-conto. Sarebbe bastato semplicemente portarlo alla nostra attenzione e avremmo ovviamente corretto".
I titolari sottolineano inoltre che "a fine pasto sono stati offerti gratuitamente amari e digestivi a tutti i commensali, come gesto di cortesia, senza che sia stata fatta alcuna segnalazione sul pre-conto. Ciò a testimonianza, qualora ce ne fosse bisogno, che l'ospitalità e l'accoglienza sono valori in cui crediamo e mettiamo quotidianamente in pratica".
Più che il sovrapprezzo in sé, ciò che ha colpito i gestori è stata la risonanza mediatica del caso, che ha creato un’immagine negativa non solo del locale, ma anche della città di Bisceglie e della Puglia, territori che ogni giorno si impegnano a valorizzare. "Rammarica constatare che un episodio così marginale sia stato utilizzato per trasmettere un’immagine negativa non solo del nostro locale, ma anche della città di Bisceglie e della Puglia, realtà che ogni giorno ci impegniamo a valorizzare attraverso il nostro lavoro e l’accoglienza ai clienti locali e ai turisti".
La vicenda, rapidamente diventata virale, ha suscitato un acceso dibattito sui social, a partire dal racconto della nuotatrice che si era lamentata del costo aggiuntivo per un ingrediente rimosso: "Sedermi in pizzeria (a Bisceglie) e pagare 1,50 euro per una cosa che non ho nemmeno mangiato è veramente triste e, a tratti, vergognoso. Al limite del legale?", aveva scritto, allegando lo scontrino.
Conclude la pizzeria ribadendo i propri valori e l’invito a guardare oltre l’episodio: "La nostra attività, come peraltro ci viene universalmente riconosciuto dalla clientela, si è sempre distinta per correttezza, trasparenza e rispetto verso la clientela. Rinnoviamo il nostro invito a tutti a vivere e raccontare Bisceglie e la Puglia per ciò che realmente sono: terre di ospitalità, eccellenza e passione".