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Bimbo schiacciato da carro di carnevale, il carabiniere: “Nessuna autorizzazione, mancava ambulanza”

Si è tenuta ieri a Bologna la prima udienza del nuovo processo sulla morte di Gianlorenzo Manchisi, il bambino di due anni e mezzo che ha perso la vita il 5 marzo del 2019 dopo essere accidentalmente caduto da un carro di carnevale ed essere stato investito dal mezzo.
A cura di Davide Falcioni
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Si è svolta ieri a Bologna la prima udienza del nuovo processo sulla morte di Gianlorenzo Manchisi, il bambino di due anni e mezzo che ha perso la vita il 5 marzo del 2019 dopo essere accidentalmente caduto da un carro di carnevale ed essere stato investito dal mezzo.

In un altro filone lo scorso maggio – al termine di un processo con rito abbreviato – è stata pronunciata una prima sentenza e Paolo Canellini, proprietario e allestitore del carro di carnevale, è stato condannato  a un anno e sei mesi per omicidio colposo.

La mamma del bambino accusata di omicidio colposo

Ieri, invece, ha avuto inizio il dibattimento per un altro processo: sul banco degli imputati siedono la madre del bambino, Siriana Natali, che era insieme a lui, e il collaudatore del carro, Marco Pasquini. Entrambi sono accusati di omicidio colposo.

Nell'udienza di ieri Salvatore D'Elia, comandante della stazione dei carabinieri di via Indipendenza, ha risposto alle domande di Mauro Nicastro , avvocato difensore di Siriana Natali: "È successo tutto in pochi istanti, era sul carro, seduta a pochissima distanza da lui, mezzo metro. Quando il bimbo è caduto si è affacciata subito dalla balaustra, pochi istanti dopo", ha detto l'ufficiale riferendosi alla madre di Gianlorenzo.

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Il carabiniere: "Le sbarre del parapetto troppo distanti"

Secondo la Procura di Bologna la mamma del bambino sarebbe colpevole di non aver vigilato sul piccolo. Il comandante D'Elia ha ripercorso drammatici momenti dell'incidente: "l bimbo si è sporto col sedere all'indietro sulla parte anteriore, involontariamente ha fatto un gesto come quello di un sommozzatore che dalla barca si lancia in acqua. Le sbarre sul parapetto erano molto distanti tra di loro, orizzontali e non verticali". Quelle sbarre, quindi, non hanno offerto nessuna protezione a Gianlorenzo.

Rispondendo alle domande dei difensori di Siriana Natali, il comandante D'Elia ha ricordato che non vi era nessuna autorizzazione per trasportare persone sui carri di carnevale, che non erano coperti neppure da una polizza assicurativa. Non solo: sul posto mancava anche un'ambulanza: "Per quel che so io, ha organizzato la Curia", ha detto il carabiniere. E sulle autorizzazioni ha ribadito, "c'era solo la richiesta di chiusura della strada presentata in Comune da Paolo Castaldini", storico collaboratore della curia.

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