video suggerito
video suggerito
Famiglia che vive nel bosco

Bimbi nel bosco, la tutrice sul no al ricongiungimento con genitori: “Ragioniamo su possibilità di andare a scuola”

La tutrice del Tribunale de L’Aquila assegnata ai tre bimbi cresciuti nei boschi di Chieti e ora in casa famiglia, ha fatto sapere che la volontà delle autorità è quella di ragionare con i genitori dei minori sull’obbligo scolastico previsto dal nostro Paese e sulla possibilità, quindi, di mandare i tre fratellini a scuola.
A cura di Gabriella Mazzeo
0 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

I tre bimbi cresciuti in una casa nel bosco di Chieti trasferiti il 20 novembre in una casa famiglia hanno ora una tutrice nominata dal tribunale per i minorenni dell'Aquila. I genitori dei tre bimbi hanno acconsentito al trasferimento, seppur per alcuni mesi, in un'altra casa situata nei boschi di Chieti in attesa della fine delle ristrutturazioni chieste dal tribunale nell'abitazione di pietra dove vivevano. In seguito all'okay a questa richiesta, la coppia anglo-australiana aveva fatto sapere di voler chiedere quanto prima il riaffido dei bambini che però potrebbe non arrivare subito. 

Maria Luisa Palladino, tutrice voluta dal tribunale, ha fatto sapere che prima di riaffidare i bambini ai genitori, e quindi revocare il provvedimento di allontanamento dalla famiglia, bisognerà "valutare la scuola e ragionare sull'obbligo scolastico". "Primariamente è quella la ragione per cui si sta tentando di prorogare il termine. – ha ammesso – Il tutto ovviamente di poco, solo per ragionare con i genitori sull'obbligo scolastico che il nostro ordinamento prevede".

I bimbi studiano a casa tramite un regime di homeschooling (più nello specifico, unschooling, un approccio più radicale dell'istruzione familiare), pure previsto dalla legge italiana con l'appoggio di un istituto scolastico riconosciuto. Chi studia a casa deve sottoporsi ogni anno a un esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva. Secondo il tribunale, però, i fratellini avrebbero avuto "maggiore necessità di socializzare" con altri bambini, anche se in casa famiglia avrebbero mostrato buone capacità di rapportarsi ai coetanei. Secondo la tutrice speciale del Tribunale il periodo trascorso in casa famiglia sarebbe stato "troppo breve" per l'osservazione dei minori e del loro comportamento e dunque ci sarebbe bisogno di altro tempo.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views