Bimba con tosse deceduta dopo biopsia: nessun colpevole. La mamma: “È morta una bimba, non un giocattolo”

Non ci sarà alcun processo per la morte di Elena, la bambina di 11 anni originaria di Chieri, deceduta lo scorso luglio all’ospedale Regina Margherita di Torino dopo una biopsia ai polmoni. La Procura locale ha chiesto e ottenuto l’archiviazione dell’indagine per omicidio colposo, coordinata dal sostituto procuratore Gianfranco Colace. L’inchiesta era stata aperta pochi giorni dopo la tragedia. Secondo i risultati degli esami autoptici, non sarebbero emerse responsabilità mediche tali da giustificare ulteriori approfondimenti.
La decisione è stata condivisa anche dalla famiglia della piccola, assistita dall’avvocata Alessia Chiapello, che non ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione già accolta dal giudice.
La diagnosi inaspettata, poi la tragedia al Regina Margherita
Tutto era cominciato a luglio 2024 con una tosse persistente che aveva destato preoccupazione nei genitori di Elena. Dopo le prime visite e pareri medici – inizialmente rassicuranti – la famiglia si era rivolta all’ospedale di Chieri e, successivamente, al Regina Margherita. Lì era arrivata la diagnosi che nessun genitore vorrebbe mai sentire: un tumore ai polmoni.
Nonostante la gravità, i medici avevano cercato di infondere fiducia, consigliando una biopsia per definire meglio la natura del tumore. Il giorno dell’intervento, Elena è entrata in sala operatoria accompagnata solo dalla madre. Ma non si è mai più ripresa: dopo un improvviso peggioramento, è entrata in coma e ha lottato per diversi giorni. Poi, il cuore ha smesso di battere.
La madre della bambina, come riporta Torino Today, ha raccontato il dolore di quei momenti e la sensazione di essere stata abbandonata: “Ci hanno consigliato di fare così. Cosa sia successo a Elena, per me resterà sempre un mistero. L’autopsia parla di arresto cardiaco, ma ci chiediamo ancora come sia potuto accadere”.
In casa, i genitori portano ancora addosso il peso di una vicenda che ha lasciato ferite profonde e domande senza risposta. Avevano fatto tutto il possibile per curare la figlia, seguendo le indicazioni dei medici. “Anche al Regina Margherita ci avevano rassicurati – ha ricordato ancora la madre – ma poi nostra figlia ha smesso di respirare”.
"È morta una bambina, non si è rotto un giocattolo”
L’ospedale, come previsto dalla prassi, aveva immediatamente segnalato il decesso alla Procura. Anche i familiari, poco dopo, avevano presentato un esposto, spingendo le autorità a disporre l’autopsia e sospendere i funerali in attesa dei risultati. Ma ora, con l’archiviazione dell’inchiesta, la vicenda si chiude sul piano giudiziario.
La madre di Elena esprime amarezza non solo per la perdita della figlia, ma anche per l’assenza di gesti umani da parte delle istituzioni: “Nessuno è mai venuto a chiederci scusa. Non avrebbe alleviato il dolore, ma è morta una bambina, non si è rotto un giocattolo”.
Alla domanda sul perché non si siano opposti all’archiviazione, risponde con un filo di voce: “A volte fare opposizione può costare molto, in tutti i sensi. Ora stiamo cercando di ricostruire una normalità, ma non è facile”.