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Biella, inni nazisti e immagini pornografiche durante l’open day online della scuola

Biella, inni nazisti e video porno trasmessi durante l’open day della scuola. Davanti allo schermo per la presentazione degli istituti, bambini delle scuole elementari e genitori che hanno assistito inermi a scene agghiaccianti. I disturbatori hanno poi minacciato le persone collegate. “Vi uccidiamo tutti” hanno urlato in diretta.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Video porno, inni nazisti e minacce ai bambini. Questo hanno dovuto sentire alcuni genitori e i piccoli studenti delle scuole elementari di Biella. Alcuni giovani hanno infatti hackerato la presentazione della scuola media dei futuri alunni, inserendo oscenità, canti fascisti e vari insulti. "Vi uccidiamo tutti" hanno urlato durante la presentazione. Sconvolti bambini e genitori, alcuni dei quali hanno assistito alle immagini poiché  soli davanti al computer. Pochi minuti dopo la riunione online è stata bloccata. Diversi genitori si sono rivolti alle forze dell'ordine e alla direzione della scuola media cittadina per chiedere chiarimenti su quanto successo.

Indaga ora la polizia postale. Ci sarebbero, nei giorni scorsi, altri due casi simili in occasione di open day di scuole nel Biellese, durante i quali alunni e genitori si mettono in contatto via web con le future scuole medie. Nel corso dei collegamenti online, si sono infiltrati i disturbatori informatici che hanno monopolizzato il collegamento. Gli autori hanno minacciato ritorsioni in diretta dopo le proteste dei genitori e di alcuni docenti. Nessun insegnante è riuscito a cacciare dal collegamento Internet questi soggetti, per cui diversi bambini hanno assistito alla scena prima che i genitori intervenissero.

Altri due episodi simili si sono verificati nei paesi di Pollone e Valdengo. Ora la polizia postale della questura di Biella cercherà di risalire agli autori di un gesto che ha colpito molto la comunità scolastica del luogo. Bisognerà anche capire se sono azioni compiute sempre dallo stesso gruppo o meno. Indignati e arrabbiati i genitori che hanno chiesto spiegazioni alle presidenze per capire cosa non abbia funzionato nei protocolli di sicurezza informatica.

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