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Beve dalla borraccia a scuola e si sente male, il compagno confessa: “Avevo versato la candeggina per scherzo”

Una studentessa di Avola (Siracusa) si è sentita male dopo aver bevuto dell’acqua contaminata con la candeggina dalla sua borraccia. Ad avvelenare l’acqua sarebbe stato un compagno di classe che si è assunto la responsabilità del gesto. Il giovane ha raccontato di averle voluto fare uno scherzo.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Durante l'orario scolastico ha bevuto dell'acqua dalla sua borraccia, poi si è sentita male. La studentessa di un istituto superiore di Avola (Siracusa) è stata portata in ospedale dopo aver bevuto della candeggina diluita da un compagno di classe nella sua borraccia.

La ragazza ha avvertito un malore poco dopo aver bevuto l'acqua contaminata ed è stata trasportata in ospedale. Il compagno di scuola si è subito assunto le sue responsabilità, raccontando agli insegnanti di aver voluto fare uno scherzo all'amica ma di non aver pensato alle conseguenze del suo gesto.

Il tutto sarebbe avvenuto alla fine dell'ora di educazione fisica, quando gli insegnanti non stavano vigilando sulla classe. Tornata in aula, la ragazza ha bevuto dell'acqua e ha sentito solo dopo l'odore anomalo della candeggina.

Spaventata, si è rivolta a docenti e dirigente scolastico. Il personale scolastico ha subito allertato il 118 e la giovane è stata accompagnata in ospedale dai familiari. I carabinieri hanno rinvenuto la bottiglia di candeggina, introdotta a scuola dall'esterno. Nel corso dei rilievi successivi, lo studente responsabile del gesto si sarebbe fatto avanti spontaneamente, spiegando di aver voluto fare uno scherzo all'amica ma di non aver pensato alle conseguenze del suo gesto.

Lo studente ha anche spiegato di essersi sentito subito in colpa davanti al malessere dell'amica e di essere molto preoccupato per le sue condizioni di salute. Davanti alle forze dell'ordine, si sarebbe fatto coraggio per poi chiedere notizie della compagna, nel frattempo arrivata in ospedale in compagnia dei genitori. La vicenda è ora nelle mani anche della direzione scolastica e degli insegnanti dei due ragazzi, che hanno accolto la confessione dello studente e che si occuperanno dei risolvi didattici della vicenda.

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