Eva Mikula a Belve Crime sulla banda della Uno Bianca: “Attendo le scuse dei familiari delle vittime”

Inizierà martedì 10 giugno Belve Crime, lo spin-off del celebre programma televisivo Rai Belve condotto e ideato dalla giornalista Francesca Fagnani. La trasmissione tratterà i principali casi di cronaca italiani e tra gli ospiti di martedì 10 giugno, giorno in cui sarà trasmessa la prima puntata, vi sarà Eva Mikula, la fidanzata di uno dei componenti della cosiddetta banda della Uno Bianca.
La banda della Uno Bianca: da chi era composta e cosa faceva
La banda della Uno Bianca tra il 1987 e il 1994 uccise 24 persone e ferì altre 114 tra rapine a mano armata e azioni di violenza gratuita. Eva Mikula fu per due anni la fidanzata di Fabio Savi, uno dei fratelli componenti della banda.
Quando Savi fu arrestato, il 24 novembre 1994, Mikula era con lui in un Autogrill del tratto autostradale Udine-Tarvisio, a 27 km dal confine con l'Austria. Tre giorni prima era stato arrestato Roberto Savi, fratello di Fabio, all'epoca assistente capo di polizia.
Nei giorni seguenti vennero arrestati anche gli altri membri della banda: l'agente scelto Alberto Savi, l'agente scelto Luca Vallicelli, Pietro Gugliotta e il vice sovrintendente Marino Occhipinti. La banda colpì 103 volte tra il 1987 e l'autunno del '94, provocando la morte di 24 persone e il ferimento di 114. Il principale target erano i caselli autostradali, rapinati nelle ore notturne. Dopo il primo colpo al casello di Pesaro, la banda mise a segno altre 12 rapine in poco più di 2 mesi.
Il "colpo più famoso" fu quello del 4 gennaio 1991 nel quartiere Pilastro di Bologna, dove una pattuglia dell'Arma dei Carabinieri fu trucidata dalle pallottole del gruppo criminale sulla Fiat Uno.
L'intervista alla fidanzata di Fabio Savi, Eva Mikula
Negli anni Mikula si è sempre considerata "vittima" della banda e durante l'intervista ha affermato che il gruppo criminale fu arrestato "anche grazie al suo aiuto". Fagnani ha ricordato invece che la donna parlò soltanto dopo l'arresto, specificando anche che nel 2015 chiese di entrare nell'Associazione vittime e che non fu accettata.
"Vogliono il mio silenzio perché rovino il decoro" ha affermato Mikula, che ha ricordato anche la sua partecipazione poi saltata al reality La Talpa. "Se lo ritengo rispettoso per le famiglie delle vittime? Quel gioco avrebbe potuto permettermi di raccontare la mia verità. A chi devo delle scuse? Io le attendo, dai familiari delle vittime".
Fagnani ha sottolineato nel corso dell'intervista che i familiari in generale "non devono chiedere scusa a nessuno". Per Mikula, però, gli "insulti a lei rivolti per 30 anni" sarebbero "istigazione al suicidio.
La testimonianza di Mikula "decisiva" per la risoluzione delle indagini
Le testimonianze di Mikula si rivelarono importanti nella risoluzione delle indagini. Secondo gli inquirenti, la compagna di Savi era "consapevole ma non complice" delle gesta criminali della banda. Al termine dei 7 processi, la giovane fu condannata a 14 mesi di reclusione con sospensione della pena per l'uso di documenti falsi, importazione di un Kalashnikov e la sottrazione di 40 milioni di lire al compagno poi arrestato.