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Batterio killer in ospedale a Verona, si indaga per omicidio colposo ma intanto il reparto riapre

Per le morti causate dal Batterio killer all’ospedale di Borgo Trento di Verona si procede per omicidio colposo plurimo. “Abbiamo acquisito la relazione della Commissione ispettiva dalla Regione Veneto. Le conclusioni verranno confrontate con il materiale finora raccolto dai carabinieri del Nas” spiegano i pm. ntanto, dopo la momentanea chiusura, il reparto neonatale ha riaperto e mercoledì è nata la prima bimba.
A cura di Antonio Palma
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Omicidio colposo plurimo, è questa l’ipotesi di reato formalizzata dalla Procura di Verona per l’inchiesta sulle morti dei neonati causate dal Batterio killer all’ospedale Borgo Trento. Si tratta di un fascicolo già ricco di documentazione ma al momento ancora privo di indagati in attesa degli accertamenti dei carabinieri del Nas incaricati dal sostituto procuratore Diletta Schiaffino di acquisire tutti gli atti ufficiali ma anche le testimonianze dei diretti interessati a partire dalle denunce della mamma della piccola Nina, una delle vittime del Citrobacter koseri che per prima ha lanciato l’allarme.

Alla base del fascicolo di inchiesta però c’è sicuramente la relazione della commissione ispettiva della Regione Veneto da cui emergono numerose mancanze nel rispetto delle norme igienico-sanitarie nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Borgo Trento. “Abbiamo acquisito la relazione della Commissione ispettiva dalla Regione Veneto, con la quale siamo sempre stati in contatto. Le conclusioni verranno confrontate con il materiale finora raccolto dai carabinieri del Nas, che hanno già ottenuto le cartelle cliniche dei bambini. Il nostro compito è capire se ci siano delle responsabilità penali per quanto accaduto” spiegano i pm.

La presenza del batterio, riscontrata nei rubinetti dei lavandini interni al reparto e sui biberon, pare andasse avanti da molto tempo, addirittura anni senza che nessuno all’ospedale Borgo Trento se ne accorgesse. Per questo i familiari delle vittime chiedono la rimozione dei vertici dell’ospedale e del reparto che nel frattempo sono rimasti al loro posto. Il direttore generale ha chiesto formalmente al commissario dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata l’adozione di “interventi urgenti conseguenti e a forte rischio è  la direttrice dell’azienda sanitaria veronese che potrebbe essere sospesa. Ad ogni modo all’azienda sanitaria preparano le controdeduzioni da presentare alla Regione prima di prendere ogni decisione. Intanto, dopo la momentanea chiusura, il reparto neonatale ha riaperto e mercoledì è venuta al mondo la prima bambina.

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