Bambini italiani poveri di futuro: 3.5 milioni di debito pubblico a neonato

La fotografia scattata da Save the Children nel suo rapporto “Atlante dell’infanzia (a rischio)”, presentato oggi a Roma, appare decisamente preoccupante per quella che è la situazione nel nostro Paese. L’associazione fa un’analisi di quello che significa essere bambini in Italia e ciò che ne viene fuori è un quadro assolutamente desolante. Un dato su tutti che mostra chiaramente il dramma: i neonati italiani nascono già con un’ipoteca di 3.5 milioni di euro di debito pubblico a testa, cifra che si conferma la più alta d’Europa. Non solo, dal rapporto Atlante vengono fuori cifre tutt’altro che rassicuranti per quanto riguarda la dispersione scolastica, la disaffezione allo studio (con quasi 800000 giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno interrotto gli studi alla terza media, situazione ancora più preoccupante in Sicilia e Sardegna), la disoccupazione giovanile (gli ultimi dati dell’Istat la danno al 36.5%), i servizi di asilo nido, l’invecchiamento demografico, la penetrazione delle organizzazioni criminali e mafiose e anche l’inquinamento del territorio. 15 minori su 100, dice il rapporto, vivono in territori altamente inquinati e 7 su 100 dove ci sono contaminazioni mafiose.
Inoltre dal rapporto emerge che saranno solo 15 su 100 gli under 18 nel 2030, mentre nel 2050 gli ultraottantenni saranno quanti i bambini da 0 a 2 anni. Dati per i quali, lo dice il direttore generale di Save the Children Italia Valerio Neri, “il futuro dei bambini è stretto in una morsa”. Da una parte c’è, infatti, il peso del debito pubblico con la contrazione della spesa sociale, aggravato dalla crisi, e dall’altra c’è il rapido invecchiamento della popolazione, che costituisce una ulteriore sfida ai sistemi del welfare perché drena risorse per le pensioni e per l’assistenza agli anziani. La povertà cresce, invece che arretrare, tra la popolazione degli under 18: per Save the Children, 7 minori su 100 in Italia, pari a 720000 persone, vivono in povertà assoluta, senza cioè i beni e i servizi che possano assicurare un livello di vita accettabile. Anche questa situazione è particolarmente drammatica al Sud. Gli aiuti per le famiglie in alcune di queste regioni, come per esempio la Calabria? Save the Children parla di appena 25 euro pro-capite all’anno, oltre 8 volte in meno rispetto all’Emilia Romagna.