Bambina di 18 mesi in carcere con la madre per 3 giorni: “Vanno trovate da subito alternative alla detenzione”

È stata trasferita nell'Icam di Torino la bambina di 18 mesi che il 10 ottobre è entrata nel carcere femminile di Genova Pontedecimo insieme alla madre, per cui era stata disposta la custodia cautelare a seguito di un blitz antidroga. Lo ha comunicato il gip del Tribunale di Genova in risposta all'appello dei garanti dei detenuti di Genova e della Liguria, Marco Cafiero e Doriano Saracino, i quali avevano chiesto che la donna e la figlia fossero trasferite il più velocemente possibile in una struttura adatta, ossia un Istituto a custodia attenuata, pensato appositamente per madri detenute con figli piccoli, sia in custodia cautelare sia in esecuzione di pena.
Per il gip, la madre e la bambina sono state trattenute nella casa circondariale solo per "il tempo necessario per l'interrogatorio di garanzia". Ma, come ha spiegato a Fanpage.it la Coordinatrice nazionale dell'associazione Antigone, Susanna Marietti, "i bambini in carcere non possono avere gli stimoli necessari alla crescita". Per questo motivo "la speranza principale è che si scelga da subito un'alternativa, come la detenzione domiciliare, che permetta alla madre di non passare per il carcere". Se proprio questo non fosse possibile secondo Marietti "la custodia cautelare dovrebbe durare il meno possibile" e la magistratura dovrebbe dunque trattare questi casi in maniera urgente.
La legge in vigore prevede la possibilità di custodia cautelare per madri con bambini fino a 6 anni negli Icam. La custodia cautelare in carcere, seppur con una sezione nido adatta, dovrebbe essere invece vietata salvo "esigenze cautelari eccezionali". Ma la definizione di queste ultime lascia spazio a diverse interpretazioni. Nel caso di questa madre, per esempio, il gip di Genova ha ritenuto che tali esigenze fossero presenti e che dunque giustificassero la custodia nel carcere.
Seppur formalmente corretta, una misura detentiva del genere può comunque avere un impatto negativo sul minore. Come spiega ancora Marietti, "i problemi in questi casi non sono tanto strutturali, perché sia gli Icam che le sezioni nido hanno ciò che serve per ospitare le detenute madri e i loro figli". Il problema è che bisogna bisogna permettere ai minori di crescere in maniera dignitosa. Per questo bisognerebbe mettere in atto una politica di riduzione del danno. "L'amministrazione penitenziaria dovrebbe fare di tutto per far vivere ai bambini una vita deistituzionalizzata" spiega Marietti. "Andrebbero investite tante risorse, ad esempio per pagare delle figure che facciano da educatori e/o babysitter e che portino i bambini all'esterno del carcere durante la giornata".
La vicenda della bambina di un anno e mezzo in carcere a Genova con la madre
A seguito di una maxioperazione contro lo spaccio di crack nel centro storico, il 10 ottobre la bambina di 18 mesi è entrata nel carcere di Genova Pontedecimo insieme alla madre in custodia cautelare. Madre e figlia sono state ospitate nella sezione nido della casa circondariale, composta da tre stanze che vengono chiuse solo la sera, un'area giochi e uno spazio esterno. Tuttavia, come denunciato da Fabio Pagani, responsabile regionale del sindacato Uilpa Polizia penitenziaria, questa area era rimasta chiusa per due anni e presentava problemi di riscaldamento e umidità. Inoltre, nel carcere di Genova Pontedecimo manca l’assistenza sanitaria notturna.
Per questo motivo il 12 ottobre sono intervenuti anche i garanti dei detenuti di Genova e della Liguria, Marco Cafiero e Doriano Saracino, che hanno sollecitato il gip di Genova ad approvare il trasferimento di madre e figlia nell'Icam del carcere Vallette di Torino. Questo è stato poi effettuato nel pomeriggio del 13 ottobre, dopo 3 giorni che le due si trovavano in carcere, come comunicato dal giudice, che ha anche rivendicato le esigenze cautelari eccezionali che lo avevano spinto a eseguire la custodia cautelare nel carcere ordinario. Il gip ha riferito che alla madre in questione sono imputati 153 reati di spaccio.