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“Baiardo deve essere arrestato”: tribunale del Riesame accoglie la richiesta della Procura

I giudici di Firenze hanno sciolto la riserva sul caso di Salvatore Baiardo, fiancheggiatore dei boss Graviano. Il tribunale del Riesame ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari, con divieto di contatti con persone diverse dai conviventi ma, prima di diventare esecutivo, il provvedimento dovrà passare il vaglio della Cassazione.
A cura di Eleonora Panseri
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Accolta dal tribunale del Riesame la richiesta di arresto presentata dalla procura contro Salvatore Baiardo, fiancheggiatore dei boss Graviano e al centro dell'inchiesta sui mandanti occulti delle stragi del 1993. Il giudici di Firenze hanno sciolto la riserva e accolto la ricostruzione della procura riguardo le accuse di calunnia al giornalista Massimo Giletti, legata al caso della foto che ritrarrebbe insieme Giuseppe Graviano, Silvio Berlusconi e il generale dei carabinieri Francesco Delfino.

Sembra che Baiardo ne avesse parlato al giornalista, salvo poi smentire la circostanza davanti ai magistrati. Il tribunale ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari, con divieto di contatti con persone diverse dai conviventi ma, prima di diventare esecutivo, il provvedimento dovrà passare il vaglio della Cassazione.

Secondo il facente funzioni Luca Turco e il procuratore aggiunto Luca Tescaroli, l’ex gelataio di Omegna avrebbe aiutato Cosa nostra a “non compromettere” le figure di Berlusconi, indicato come il referente istituzionale, e Dell’Utri, legato all’organizzazione, ed entrambi parti, secondo l’ipotesi d’accusa, dell’accordo stragista, come si legge su La Repubblica.

Baiardo avrebbe anche tentato di screditare i collaboratori di giustizia, Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina, che nell’inchiesta sulle stragi parlano di Dell’Utri e Berlusconi e dei loro contatti con Graviano. In particolare è stato creato un alibi che colloca Graviano il 19 luglio 1992 ad Omegna. Giletti, ex conduttore del programma di La7 ‘Non è l'Arena, aveva riferito più volte ai pubblici ministeri di aver riconosciuto Berlusconi nell’immagine che gli era stata mostrata, ma di non avere certezze sull’autenticità della foto.

Anche Urbano Cairo, imprenditore ed editore della rete, era stato convocato dalla procura di Firenze lo scorso 28 giugno e al centro dell’incontro con i pubblici ministeri Luca Tescaroli e Luca Turco, stando alle ricostruzioni del Fatto Quotidiano, ci sarebbe stata proprio la presunta fotografia di Berlusconi con Graviano e il generale Delfino. Inoltre, durante la trasmissione di Giletti, Baiardo aveva fatto diverse dichiarazione riguardanti la cattura, avvenuta a gennaio, del boss Matteo Messina Denaro, morto pochi giorni fa.

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