Baby squillo Parioli, sfruttatori “senza senso di vergogna”. Restano in carcere

Non usciranno dal carcere due delle persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta sul giro di prostituzione minorile ai Parioli di Roma. Si tratta di Mirko Ieni e di Marco Galluzzo: il primo è accusato di essere uno degli organizzatori del giro di clienti delle baby squillo che si prostituivano in un appartamento dei Parioli, l’altro è stato arrestato il 12 novembre scorso perché accusato come Ieni di essere un fornitore di droga. Il Tribunale del Riesame di Roma ha deciso che Ieni deve restare il carcere perché “all’estrema gravità delle condotte che ha posto in essere va adeguatamente valutata anche la circostanza che non è dato da apprezzare un senso di vergogna, di autocritica, di ripensamento postumo o, quanto meno di valutazione della gravità di quanto commesso, essendosi limitato a negare fermamente senza operare alcuna rivisitazione critica delle azioni poste in essere”. Secondo il collegio lo sfruttatore delle studentesse-squillo ha dimostrato una spregiudicatezza tale per cui il suo posto non può che essere il carcere. Appare questa, infatti, l’unica misura cautelare idonea anche per tutelare le vittime.
Respinte le istanze della difesa – Quanto all’altro arrestato, l’imprenditore Marco Galluzzo, il Riesame sottolinea come emerga dalle conversazioni telefoniche intercettate che il manager “era dedito in modo continuativo all’attività di spaccio, consumata non solo nei confronti delle minorenni, ma anche rispetto ad altri innumerevoli soggetti suoi acquirenti”. In forza di questa rete di acquirenti e fornitori e del fatto che la droga “veniva consumata verosimilmente nell’abitazione”, il Tribunale ha ritenuto di respingere le istanze della difesa e di costringere ancora Galluzzo in carcere.