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Austria, il suicidio assistito non sarà più reato dal 2022: “Chiedere aiuto per morire è un diritto”

La Corte Costituzionale austriaca ha stabilito che “il diritto alla libera autodeterminazione include il diritto a plasmare la propria vita così come quello a una morte dignitosa. Il diritto alla libera autodeterminazione include anche il diritto di coloro che sono disposti a morire di chiedere aiuto a un’altra persona”.
A cura di Davide Falcioni
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Il suicidio assistito non sarà più punibile in Austria dal 2022. A stabilirlo la Corte Costituzionale di Vienna (qui il testo) secondo cui il reato è in contrasto con il diritto all’autodeterminazione. L’omicidio su richiesta resta invece vietato. La politica dovrà ora stabilire entro un anno la nuova cornice normativa.

Il dibattito sul suicidio assistito è nato da quattro ricorsi presentati al vaglio della Corte Costituzionale con il sostegno dell’associazione svizzera di eutanasia Dignitas, che richiedono la revisione ed attenuazione dei divieti esistenti negli attuali paragrafi 77 e 78 del codice penale  che trattano di “uccisione su richiesta” e “suicidio assistito”. Rifacendosi alla analoga decisione presa nello scorso febbraio dalla Corte costituzionale federale tedesca che ha annullato il divieto di “favoreggiamento e favoreggiamento di tipo commerciale” per il suicidio, la questione era stata posta all’ordine del giorno in Austria a giugno di quest'anno per poi essere rinviata al 24 settembre, anche a causa dei problemi legati alla pandemia del covid-19. Secondo il legale austriaco che ha portato il caso in tribunale, il divieto è contrario alla costituzione austriaca e anche al diritto europeo.

Il divieto di praticare il suicidio assistito è stato difeso durante le udienze da rappresentanti del governo, tra cui il capo del servizio costituzionale della cancelleria, Albert Posch, e i capi della sezione giustizia Georg Kathrein e Christian Pilnacek. “Abbiamo sufficienti opportunità per garantire una morte dignitosa nelle nostre unità di cure palliative e in altri reparti”, ha dichiarato lo specialista di cure palliative Herbert Watzke durante l’udienza. Rientra già tra le facoltà dei pazienti rifiutare il trattamento, ad esempio gli antibiotici in caso di un’ulteriore malattia infettiva. “Praticamente tutti i pazienti con malattie avanzate sono inclini alle infezioni. Puoi usare questa opportunità per lasciare la vita in modo dignitoso con la nostra cura”. Tale posizione tuttavia è stata impugnata da Nikola Göttling, malata di sclerosi multipla, e da altre tre persone, tra le quali un medico. “Ci sono porte sul retro, è vero”, ha detto Göttling. “Tutto quello che devo fare è prendere un’infezione, poi andare in ospedale e rifiutare le cure”. Un iter che i ricorrenti però giudicavano irrispettoso e disumano.

La corte Costituzionale ha quindi stabilito che "il diritto alla libera autodeterminazione include il diritto a plasmare la propria vita così come quello a una morte dignitosa. Il diritto alla libera autodeterminazione include anche il diritto di coloro che sono disposti a morire di chiedere aiuto a un'altra persona. Il divieto di suicidio assistito da terzi può rappresentare un'ingerenza particolarmente importante nel diritto dell'individuo alla libera autodeterminazione. Se la decisione di suicidarsi si basa sulla libera autodeterminazione della persona interessata, questa deve essere rispettata dal legislatore”.

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